Copa Libertadores, Doha favorita per ospitare River-Boca

La città ha dalla sua parte la sponsorizzazione con la Conmebol per via della Qatar Airways, ma la compagnia di bandiera compare anche sulle maglie degli Xeneizes

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Dopo la Supercoppa italiana del 2016 tra Milan e Juventus, il Khalifa International Stadium di Doha potrebbe ospitare un'altra grande classica. Sì, proprio la finale di Copa Libertadores che si giocherà fuori dal territorio argentino, per decisione ufficiale della Conmebol. Il motivo per cui la capitale del Qatar sembra in questo momento favorita per ospitare il Superclásico dell'8 o del 9 dicembre prossimo sta proprio nel rapporto dello Stato arabo con la confederazione sudamericana: la sua compagnia aerea di bandiera, la Qatar Airways, ha firmato meno di un mese fa un accordo come Global Airline Partner fino al 2022 e dalla prossima stagione sarà il principale sponsor della Copa Libertadores.

In pratica tutte le squadre che partecipano alle competizioni Conmebol viaggeranno con voli organizzati dalla QA, che si è offerta per iniziare con un mese di anticipo, vale a dire che l'eventuale trasferta da Buenos Aires a Doha sarebbe a spese del Qatar e non della Conmebol, come invece sottolineato nel comunicato di martedì dopo l'annuncio del presidente Alejandro Domínguez.
C'è però un dettaglio che fa storcere il naso al River: la Qatar Airways è il main sponsor del Boca, oltre che della Roma, e verserà agli Xeneizes 6,7 milioni di dollari annui fino alla fine della stagione 2022/2023.

Neanche le date sono una casualità, considerato che mancano 4 anni ai Mondiali in Qatar e gli emiri puntano a far crescere sempre di più l'interesse dei cittadini per il calcio, quindi il Superclásico sarebbe l'occasione perfetta. Non solo, al vincitore pagherebbero 10 volte di più il premio previsto e al perdente 4 volte il corrispettivo che darebbe la Conmebol. Una proposta indecente che ha comunque un lato negativo, almeno per uno dei club. Perché pur essendo confinante con gli Emirati Arabi Uniti e comodo per preparare poi il Mondiale per Club per la squadra che vincerà la Copa (ammesso che si giochi, la squadra argentina debutterebbe il 18 dicembre), se a laurearsi campione dovesse essere il Boca, i suoi tifosi potrebbero incorrere in una multa da 135mila euro. Infatti, per la rottura delle relazioni commerciali con il Qatar accusato di finanziare il terrorismo islamico, negli Eau c'è una legge che vieta di indossare indumenti che mostrino uno sponsor qatariota e nel peggiore dei casi la pena arriva a 15 anni di carcere. La sanzione è stata già comminata nel 2017 a un tifoso del Barcellona che vestiva una maglietta blaugrana originale con il logo "incriminato".

Il dubbio della Conmebol è sulla effettiva riuscita dell'operazione Qatar, ottima sì per la sicurezza, ma allo stesso tempo svantaggiosa: sono circa 13mila i chilometri di distanza in linea d'aria tra Buenos Aires e Doha, che scoraggiano i tifosi dal muoversi per assistere alla partita (soprattutto quelli che nulla hanno a che fare con chi ha aggredito il pullman del Boca sabato).
Lo ha sottolineato con una battuta Rodolfo D'Onofrio: "Sì, certo, andiamo a giocare anche sulla Luna", ha detto un po' stizzito il presidente del River.

Ecco perché non perde quota l'ipotesi interna al Sud America, con Asunción: sarebbe il 9 dicembre, perché l'8 c'è un pellegrinaggio alla Madonna di Caacupé per l'Immacolata Concezione. La polizia paraguayana è al lavoro per l'organizzazione e "siamo stati contattati" ha detto il comandante Walter Vázquez, che ha indicato i due possibili stadi: il Pablo Rojas meglio conosciuto come la Nueva Olla, casa del Cerro Porteño, e il Defensores del Chaco, che ospita solitamente le partite della nazionale. Entrambi gli impianti hanno 45mila posti a sedere, meno del Khalifa (68mila).
Meno considerato, invece, il Mineirão di Belo Horizonte dato che la società appaltatrice non farebbe sì pagare l'affitto alla Conmebol, ma l'organizzazione della sicurezza spetterebbe a River e Boca. Ancora più improbabili le autocandidature di Miami e di Genova, quindi la corsa resta a due: Qatar o Paraguay, con il primo che sembra leggermente in vantaggio.

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