"Non accetterei di fare una terza operazione, ne ho abbastanza. Se il mio piede non è fatto per questa vita, vuol dire che ne avrò un'altra, più anonima". A soli 22 anni Kingsley Coman, esterno francese del Bayern Monaco reduce da un 2018 terribile in cui si è sottoposto a due operazioni al piede per ricostruire i legamenti della caviglia, annuncia che in caso di nuovo infortunio alzerà bandiera bianca e appenderà le scarpette al chiodo.
Per l'esterno ex Juventus il calvario è iniziato lo scorso febbraio, quando la sua caviglia ha fatto crac per la prima volta costringendolo a rimanere fuori per la restante parte della stagione, Mondiale (vinto dalla sua Francia) compreso. Il 24 agosto un nuovo ko a causa del duro intervento del difensore dell'Hoffenheim Nico Schulz, che lo ha costretto a stare fuori fino a una decina di giorni fa, quando è tornato in campo nella gara contro il Werder Brema.
Dopo la manciata di minuti giocata contro il Norimberga nell'ultimo turno di campionato, Coman ha voluto ripercorrere i duri mesi che lo hanno visto fermo ai box: "È stato un anno molto difficile - ha detto a Telefoot - Quando mi sono fatto male mi è cascato il mondo addosso. Spero di non dover rivivere quei brutti momenti che ho dovuto affrontare. Dovesse ricapitare ancora, vorrà dire che non sono fatto per vivere a questo livello. Ne ho abbastanza, non accetterei una terza operazione".
Durante l'intervista spazio anche per il rimorso di aver perso la spedizione in Russia della Nazionale di Deschamps: "Se altre persone hanno avuto la fortuna di vincere delle cose, sono contento per loro - ha spiegato - Non esserci stato non mi ha fatto e non mi farà arrabbiare. Ho vissuto la competizione come tifoso e ho pensato che fa parte della vita. Ovviamente spero ancora di avere l'opportunità di giocarne uno, perché è il sogno di ogni calciatore. Sono ancora giovane, mi auguro di giocarne uno o due". Caviglia permettendo, ovviamente.