La Formula E come cavallo di Troia per dare il via a una rivoluzione culturale. È questo il senso che offre il debutto del mondiale (sabato alle 12:40 su Italia 1 e in streaming su Sportmediaset.it) in Arabia Saudita. La sensazione è quella di una Nazione ancora fedele a rigidissime tradizioni, lo dimostra l’abbigliamento richiesto alle nostre colleghe Anna Capella e Irene Saderini, vestiti lunghi e velo da indossare fuori dal circuito, ma con una volontà della classe dirigente più giovane di aprirsi gradualmente al mondo, come hanno già fatto altri paesi del Golfo, come gli Emirati, il Qatar e il Bahrein, Nazioni che hanno modificato il loro approccio culturale con l’Occidente iniziando proprio con l’organizzazione di grandi eventi sportivi.
Moḥammad bin Salmān, principe ereditario e uomo forte della dinastia, è l’artefice di questa rivoluzione ancora allo stato embrionale. Personaggio controverso e poco amato dai conservatori, bin Salman ha voluto che la Formula E corresse in un luogo simbolico, Ad-Diriyah, vecchia capitale e sito dell’UNESCO.
Ma il messaggio di una reale volontà di apertura arriva dai concerti organizzati all’interno del tracciato. Tra giovedì e sabato si esibiranno Enrique Iglesias, i Black Eyed Peas e David Guetta. Un evento senza precedenti per l’intero Paese. È per certi versi fuori dalla norma anche l’appendice alla gara di sabato. Domenica, nei test collettivi di Formula E, scenderanno in pista 7 ragazze. Clamoroso per un Governo che ha concesso alle donne solo dalla fine di giugno la possibilità di conseguire la patente di guida.