Dimenticate per qualche secondo quell'esultanza da torero. Dimenticate l’ottimismo da vincente, e quel sorriso contagioso, che ha migliorato la Juve rendendola invincibile (almeno in campionato). Cristiano Ronaldo è tutto questo, certo, ma non solo. Come un vero supereroe, anche CR7 ha il suo punto debole. L’uomo, la forza e il lato oscuro. Nelle guerre stellari del calcio planetario, il portoghese stravince, buttandosi un po’ via. La notizia sulle accuse di stupro che tempo fa ha fatto il giro del mondo non c’entra.
Ronaldo ha pianto a Valencia per un’espulsione ingiusta, che ha svelato, appunto, la fragilità della forza; Ronaldo ha provocato a Firenze, scagliando in curva Fiesole il pallone del 3-0; ha mostrato gli addominali al mondo intero, sfidando le regole (non scritte) della modestia; ha stuzzicato Ichazo nello stadio del Toro in fondo a un derby teso come un bullo della periferia del football. Sempre in bilico tra ciò che non vorrebbe essere e ciò che è: il ragazzo per bene, che sa chiedere scusa, che abbraccia e consola, il donatore di sangue che rinuncia ai tatuaggi per il bene degli altri. Ronaldo il papà e Ronaldo il robot, l’uomo dai muscoli d’acciaio e dal cuore all’idrogeno.
Dimenticate per qualche secondo gli undici gol segnati in campionato, più i cinque assist, con cui ha già messo in fuga la Juve. Cr7 è anche il padre padrone di tutti i palloni. Al punto da oscurare (a volte) la qualità di chi (in certe cose) è più bravo di lui. Come Pjanic e Dybala, due specialisti dei calci piazzati, che hanno smesso di segnare su punizione per le bizze del portoghese. Finora 18 tentativi dell'ex Real e zero reti. Undici volte il pallone si è infranto sulla barriera, col Torino è finito addirittura in fallo laterale. Per lo stupore dello stesso Ronaldo, il migliore di tutti e in tutti in sensi. Eccetto quando non riesce a esserlo.
L'uomo, la forza e il suo lato oscuro: Ronaldo stravince, buttandosi un po' via
Grandezza e fragilità di un fuoriclasse in bilico tra ciò che non vorrebbe essere e ciò che è
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