Quando neve e ghiaccio ricoprono sentieri, mulattieri e creste, i top runners della corsa in montagna (trail, sky e ultra) si dedicano anima e corpo allo scialpinismo: sia nell’ambito della Coppa del Mondo sia in quello del circuito La Grande Course. Ma la stagione bianca è ricca di impegni e scadenze anche per gli organizzatori delle prove estive: tempo di bilanci ma anche di lavoro intenso sulla … prossima edizione delle rispettive “creature”.
Negli ultimi anni l’offerta è enormemente lievitata e non è facile districarsi tra le pieghe di un calendario che magari offre due o tre proposte allettanti nello stesso fine settimana, identificando gli itinerari più meritevoli di attenzione e la qualità generale dell’organizzazione. Sia a livello di servizi offerti sia – soprattutto – a livello di condizioni di sicurezza. Un tema scottante che sta logicamente a cuore agli organizzatori di maggiore esperienza, che rappresentano la base e la garanzia dell’intero movimento. L’allargamento del plateau di proposte rischia infatti di rendere molto difficile mantenere alto il livello di attenzione e di conseguenza vigilare sugli standard di sicurezza e sul mantenimento del corretto rapporto tra le forze in gioco: organizzatori, atleti, forze dell’ordine, volontari. Se ne è discusso in profondità lo scorso fine settimana nel convegno Outdoor Meeting di Peschiera sul Garda, organizzato da Giovanni Fedrici, patron della LimonExtreme di Limone sul Garda (per sei anni consecutivi finale delle Migu Run Skyrunner World Series), con il quale abbiamo fatto il punto della situazione, partendo dal “focus” proposto ai circa 140 organizzatori presenti: “responsabilità e doveri degli organizzatori”.
- Giovanni, ci sono stati, nel recente passato, pochi ma gravi casi di incriminazione di organizzatori a seguito di incidenti mortali. Come si può fare per arrivare ad una regolamentazione che salvaguardi atleti ed organizzatori?
Dalla mia esperienza bisogna avere al fianco dei professionisti validi (Guida alpina, Soccorso Alpino, Medici ed infermieri) che istruiscano i volontari. La supervisione sulla manifestazione da parte dei professionisti è a parer mio il modo migliore per salvaguardare ambo le parti. D. Atleti, volontari, pubblico. Voi organizzatori siete chiamati a rapportarvi con queste tre “entità” in un arco temporale tutto sommato circoscritto ma su un territorio più o meno vasto. Esistono responsabilità precise, di legge e come si possono migliorare? R. In altri Paesi per prendere parte alla gara basta firmare un “disclaimer”, dove chiaramente dichiari che sai cosa stai facendo e che hai le capacità per farlo ed automaticamente diventi tu il responsabile di te stesso, perciò la responsabilità è totalmente tua. In Italia non è così, l'organizzatore è sempre chiamato in causa.
- La questione del materiale obbligatorio. La dotazione integrale richiesta in alcune gare viene controllata solo al via e gli atleti stessi spesso interpretano la lista del materiale obbligatorio piuttosto … liberamente. Ha ancora senso?
Certo, perché per legge gli organizzatori - dovendo tutelare gli atleti - devono stabilire in base al percorso ed al meteo il materiale obbligatorio, imporlo e controllare (magari a campione ed a pena di squalifica per mancata osservanza) che gli atleti lo abbiano con sé e lo utilizzino se necessario.
- Cosa si può fare per ampliare la partecipazione dei minori, dovendo tener conto in questo caso delle maggiori responsabilità specifiche. In che modo se ne può incrementare la presenza, senza che questa sia limitata a percorsi molto brevi e poveri di fascino nei pressi del viaggio-gara?
Se si parla di ambiente montano, si parla di ambiente impervio: tratti non serviti da strade carrabili e tratti tecnici. Garantire la sicurezza richiesta per i minori è difficile: entrano in gioco responsabilità immani da parte dell'organizzazione. Quanto è sicuro far passare un minore in una cresta esposta? Quanto è sicuro farlo arrampicare su un tratto ferrato? Le leggi italiane sono molto chiare e sono rigide. Per fare un esempio: in caso di ritiro (in qualsiasi punto della gara) il minore deve essere preso immediatamente in consegna dall'organizzazione e accompagnato dal familiare o tutor. In caso di infortunio, anche se non in pericolo di vita (ad esempio una lussazione della spalla) il minore non può essere caricato nè in ambulanza (nei tratti dove questa può arrivare) nè dall’eliambulanza se non è presente un familiare oppure un tutor, le forze dell'ordine oppure l'organizzatore.
- Come si può dare spazio anche ai diversamente abili?
Tocca al Comitato Paraolimpico ed alle singole Federazioni organizzarsi in merito, garantendo la sicurezza dei diversamente abili con percorsi idonei ed accompagnatori qualificati. In mancanza di norme (come avviene attualmente) la responsabilità resta in capo agli organizzatori.
- Passando direttamente a te, quale è stata la tua più grande soddisfazione (o comunque il miglior ricordo, qualcosa di cui vai fiero) nella tua carriera di organizzatore?
Ogni volta che arriviamo “sotto data”, quando scrivo ai volontari per chiedere la loro disponibilità ad essere presenti e ricevo questa risposta: ”Sicuro! Ci sono e vado al solito posto!” Questo mi rende felice, noi alla Limonextreme di metà ottobre abbiamo più di novanta volontari, tengo a precisare non pagati.
- Come vedi in prospettiva il ruolo e la figura dell’organizzatore e cosa ti senti di consigliare a chi avesse intenzione di allestire appunto una gara trail, sky oppure ultra?
Tre cose: 1. avere a disposizione molti volontari; 2. il budget sufficiente a permettersi i professionisti: Guide alpine, Medici e infermieri rianimatori, Soccorso Alpino; 3. una buona assicurazione sulla responsabilità civile dell’organizzatore.
Proprio per lavorare su tutti questi aspetti, il Meeting di Peschiera si è concluso con la volontà di creare dei gruppi di lavoro mirati a migliorare la situazione attuale, in particolare per quanto riguarda assicurazione, regolamenti, disclaimer e piano sanitario, percorsi di gara.
Sport Outdoor, una montagna di… responsabilità
Se ne è discusso in profondità lo scorso fine settimana nel convegno Outdoor Meeting di Peschiera sul Garda
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