Schumi, il nostro "regalo" per i suoi 50 anni è solo racing

Le tappe più importanti della carriera del tedesco legate al numero cinquanta

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Non ci sono – oggettivamente – molte ragioni per “festeggiare” il cinquantesimo compleanno di Michael Schumacher ma, nella continua ricerca di una speranza alla quale aggrapparsi, perché non dare uno sguardo ai primi quarantanove anni del campione tedesco, anzi ai primi quarantaquattro. Il pretesto per dedicargli pensieri esclusivamente ”racing” e quindi sereni viene da quella cifra “piena” - cinquanta, appunto - e a renderlo... praticabile è proprio la grandezza indiscutibile di Schumacher al volante. Perché, da qualsiasi punto di vista la si consideri, la carriera di Michael lo ha portato ben oltre questo traguardo tondo e simbolico.

Domenica 16 ottobre 1994, circuito di Jerez de la Frontera: Schumacher festeggia al Gran Premio d’Europa il cinquantesimo GP appunto della sua carriera. Michael veniva da un doppio stop: due gare di squalifica a causa dello scalino della sua Benetton risultato di spessore troppo ridotto alle verifiche del Gran Premio del Belgio (da lui vinto). Appiedato a Monza ed Estoril - dove a sostituirlo era stato il finlandese JJ Lehto - Michael in Andalusia si era imposto senza discussioni, respingendo l’assalto alla vetta di Damon Hill che in sua assenza si era rifatto pericolosamente sotto, vincendo sia in Italia che in Portogallo. Secondo poi alle spalle del pilota della Williams a Suzuka, Schumi era riuscito a conservare un piccolo punto di vantaggio: margine minimo e... sufficiente a laurearsi per la prima volta campione del mondo nel gran finale in Australia, “complice” il controverso incidente con il diretto rivale tra le curve del circuito cittadino di Adelaide.

Archiviato il capitolo Benetton, i successivi traguardi “quota 50” Michael li raggiunge vestito di rosso Ferrari. Iniziando dal cinquantesimo podio (gradino più alto …) al Gran Premio del Canada 1997 a Montreal: quello del grave incidente di Olivier Panis. Con un balzo di cinque stagioni arriviamo al Gran Premio del Belgio del 2002 quando (già matematicamente campione del mondo per la quinta volta addirittura dal mese di luglio a Magny Cours, record assoluto di “precocità” iridata) Schumacher mette a segno il suo cinquantesimo giro veloce in gara sulla pista di Spa-Francorchamps, teatro del suo esordio in Formula Uno undici anni prima. Un mese e mezzo più tardi, il 13 ottobre, Kaiser Schumi “apparecchia” sull’asfalto giapponese di Suzuka la 50esima pole position di una carriera ormai leggendaria. Le 65 di Senna sono ancora lontane ma nel 2006 Schumi raggiungerà (in Bahrein) il brasiliano e poi lo supererà spingendosi fino a 68 (Magny-Cours). Lewis Hamilton - che farà ancora meglio di entrambi con 83 - all’epoca si stava facendo le ossa in Formula Renault... !

Ma a questo punto rompiamo lo “schema” cronologico fin qui seguito e facciamo un passo indietro di dodici mesi esatti (rispetto alla pole numero 68 in terra di Francia) perché è arrivato il momento di riportare alla superficie della memoria la cinquantesima vittoria, che Michael autografa l'1 luglio del 2001, a Magny Cours: un’occasione resa ancora più speciale dalla sfida per il successo con il fratello Ralf, secondo al traguardo con la sua Williams. Non solo, derogando per un attimo anche al principio dei traguardi “tondi”, è bello notare come un mese e mezzo più tardi, in Ungheria, Schumi avrebbe in un colpo solo conquistato il quarto titolo iridato e raggiunto Alain Prost a quota 51 successi, per poi lasciare la compagnia del francese già un podio di domeniche più in là trionfando nella solita, per lui magica Spa-Francorchamps.

E questo nostro “divagare”, andando oltre “quota 50”, noi lo intendiamo (e così vi invitiamo a leggerlo) come un particolare augurio per Michael: la speranza che anche lui, tagliato quest’altro difficile traguardo, riceva dal destino la chance di compleanni futuri diversi da questo 3 gennaio 2019.

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