Il ginocchio del capitano ha smesso di gonfiarsi, ma il suo ritorno in campo resta indefinibile. Daniele De Rossi ha giocato la sua ultima partita lo scorso 28 ottobre, giorno di Napoli-Roma, e all'alba del 2019 si naviga ancora a vista. La soluzione chirurgica per sistemare la cartilagine appare esclusa: troppe le incognite per un atleta di 35 anni e mezzo - questo l'umore del giocatore - che si vedrebbe poi costretto ad un ulteriore stop; continuerà dunque le terapie conservative, sperando che il dolore scompaia in fretta, dando un senso così anche alla rinuncia alle vacanze di Natale.
La famiglia era alle Maldive, lui a Trigoria, da solo, per accelerare un recupero che lascia aperta anche la questione del suo rinnovo. La Roma ha pronto il prolungamento di un anno, ma De Rossi vuole ovviamente essere in condizione di poterlo onorare. Del resto, l'infortunio più grave della sua carriera - sono sue parole - ha reso questa stagione la più magra, con sole 11 presenze, dal 2003-2004. Mai il suo fisico, già minato da una microfrattura al piede, era stato messo così alla prova; eppure il suo carisma - anche tattico - è stato comunque una risorsa per Di Francesco e la squadra, come confermato anche da Florenzi, che ne ha raccolto la fascia, ai nostri microfoni: "So che non è facile - ha detto - ma mi piacerebbe un giorno essere un capitano che si avvicina a Daniele".
Anche il mercato risente di questo humus: è vero che il pieno recupero di Pellegrini può dare al mister un cambio in più anche a centrocampo, ma è ben poco per far rifiatare Nzonzi, che contro l'Entella giocherà probabilmente la sua ventesima gara consecutiva, e Cristante. Monchi ha messo gli occhi su Bennacer - anche se l'Empoli per gennaio fa muro - e Dendoncker dell'Anderlecht, in prestito al Wolverhampton.