Teramo, bufera sul nuovo ad: "Camorra scelta di vita"

Di Matteo lo avrebbe detto durante la sua presentazione. Il sindaco: "Nessuno si riconosce in quelle parole"

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E' bufera sul nuovo amministratore delegato del Teramo calcio Nicola Di Matteo che, a margine della sua presentazione ufficiale allo stadio, alla presenza del presidente Luciano Campitelli, avrebbe detto: "La camorra è una scelta di vita, io ho sempre rispettato loro, loro hanno rispettato me". "La camorra è una scelta di morte e non di vita", la replica del sindaco di Teramo Gianguido D'Alberto, che ha subito preso le distanze da Di Matteo..

"Nessun cittadino teramano si riconosce in parole che non denuncino come la camorra, al pari di ogni altra organizzazione criminale di stampo mafioso, sia sopraffazione, delinquenza, dispregio delle leggi e della Libera convivenza - ha detto ancora il primo cittadino di Teramo - Non possiamo accettare che chi si unisce alla nostra comunità in qualche modo giustifichi o "rispetti" quei comportamenti, quelle scelte di vita e quella cultura".

Di Matteo si difende in una nota: "In merito agli articoli di stampa apparsi in queste ore, relativi alla recente conferenza di presentazione ed alle dichiarazioni rilasciate, sento il dovere di precisare le mie effettive considerazioni. Come avrete intuito, non mi ritengo un fine oratore, né tantomeno ho in dote la capacità di argomentare in modo abile e persuasivo, specialmente di fronte una telecamera, ma l’oggetto della conferenza, la mia presentazione nel ruolo di Amministratore delegato della S.s. Teramo Calcio, lo imponeva e non mi sono tirato indietro. È la storia della mia vita a confermarlo: alle mere chiacchiere ho sempre risposto con i fatti, gli stessi che mi hanno portato a costruire qualcosa d’importante nel mio ramo professionale, partendo davvero dal nulla. Se a soli sedici anni ho deciso, di mia precisa sponte e, anche contro la volontà della mia famiglia, per evidenti motivi vista la mia tenera età, di scappare dal mio paese d’origine come un emigrante coraggioso e di cercare di crearmi una vita diversa, come peraltro candidamente affermato nelle dichiarazioni rilasciate qualche giorno fa, è semplicemente perché pensavo di potermi creare un futuro normale, magari migliore. La mia è una vita salvata, perché come riportato nella mia biografia, se fossi rimasto nel mio luogo natìo, probabilmente mi sarei trovato in situazioni molto delicate. Non rinnego la mia terra, né le mie origini, ci mancherebbe, così come fa parte del mio animo rispettare tutti, ma ribadisco un concetto già affermato, per evitare ulteriori malintesi: ognuno di noi ha il diritto di scegliersi la sua strada e di disegnare il proprio percorso, ma quel tipo di vita non mi piaceva, né la reputo raccomandabile. La serietà professionale e lo spirito di sacrificio sono stati gli unici ingredienti capaci di portarmi dove sono ora, con lealtà e rettitudine. Rivolgendomi, ora, in maniera specifica alla città di Teramo, vorrei che possiate giudicarmi non per i classici luoghi comuni che caratterizzano il nostro Paese, viste le mie origini, ma per il lavoro che metterò in opera: sono un entusiasta del calcio e cercherò di dare una mano al club con l’innata passione che mi lega a questa disciplina. Se dovessi riuscirci o meno, sarà soltanto il tempo a valutarlo"Q.

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