Nba: i Lakers di Ball e Kuzma battono OKC all'overtime, vincono Toronto e Denver

LA trova il suo quinto successo senza LeBron James contro i Thunder (138-128), Washington piega New York 101-100 sulla sirena a Londra

@

È crisi profonda per i Thunder, che contro i Los Angeles Lakers incassano la quinta sconfitta consecutiva: 138-128 il punteggio finale dopo un overtime. Tutto facile per Denver, che strapazza 135-105 Chicago, mentre Toronto deve sudare per superare Phoenix 111-109. Alla O2 Arena di Londra, nella nona partita di regular season in Europa, Washington passa allo scadere con un canestro di Bryant sulla sirena, che condanna i Knicks (101-100).

OKLAHOMA CITY THUNDER-LOS ANGELES LAKERS 128-138 (OT)
Lonzo Ball fa e disfa, ma alla fine i Los Angeles Lakers possono esultare per la quinta vittoria senza LeBron James. Quinta sconfitta consecutiva, invece, per gli Oklahoma City Thunder, che cadono per mano dei gialloviola all'overtime: 128-138 il punteggio finale. Il protagonista della sfida, nel bene e nel male, è il giovane playmaker uscito da UCLA che, prima permette ai Thunder di forzare il supplementare con un fallo sciocco ai danni di Westrbook (3/3 dalla lunetta per il numero 0), poi domina nell’extra time, realizzando tutte le giocate chiave per il successo losangelino. Sono 18 i punti alla sirena per Lonzo, conditi da 10 assist e 6 rimbalzi. A questi si aggiungono i 32 di Kyle Kuzma, ancora una volta il migliore realizzatore in casa Lakers senza LeBron James sul parquet, e i 26 (con 12 rimbalzi) di un encomiabile Ivica Zubac da +35 di plus/minus. Sì, perchè le cose si erano messe subito male per i Lakers, scivolati ben oltre la doppia cifra di svantaggio già dopo il primo quarto. Proprio l'impatto dei giocatori in uscita dalla panchina ha permesso ai gialloviola di ribaltare le sorti del match, complice la serata decisamente storta al tiro dei Thunder. Russell Westbrook, il giocatore simbolo di OKC, chiude con 26 punti, 13 assist e 9 rimbalzi, ma finisce con un pessimo 7/30 dal campo. A questo si aggiungono i 27 di Paul George e i 17 con 15 rimbalzi di Steven Adams, ma non basta.

WASHINGTON WIZARDS-NEW YORK KNICKS 101-100

La Nba varca i confini degli Stati Uniti per la nona partita di regular season in Europa della propria storia. Alla O2 Arena di Londra, si celebra l'edizione 2019 del London Game e lo spettacolo non manca. Ci vogliono quasi 5 minuti, infatti, per decretare il vincitore della sfida, con la terna arbitrale che ha il proprio bel da fare per accertare se la stoppata di Allonzo Trier sulla conclusione allo stadere di Thomas Bryant sia buona oppure no. Alla fine, secondo gli arbitri si tratta di una giocata non valida, che regala il canestro del sorpasso sul 101-100 ai capitolini. L'ultima preghiera di Mudiay non arriva nemmeno al ferro, condannando i Knicks alla quinta sconfitta consecutiva. Eppure, la squadra di coach Fizdale ce l'aveva messa tutta per non sfigurare davanti al pubblico londinese. Grazie ai canestri di Mudiay e Vonleh, New York era riuscita a tenere la testa avanti fino a metà del quarto periodo, quando per Washington si sono svegliati Otto Porter e Bradley Beal, autori di un break da 9-0, in grado di ribaltare le sorti della partita. Alla sirena finale sono 26 i punti per Beal, ai quali si aggiungono i 20 (con 11 rimbalzi) del compagno di merende. Dall'altra parte, invece, non bastano i 25 di Mudiay e la doppia doppia da 13 punti e 10 rimbalzi di Vonleh. Un successo che permette a Washington di restare a 2 vittorie di distanza da Charlotte e di continuare a coltivare il sogno playoff anche senza John Wall.

PHOENIX SUNS-TORONTO RAPTORS 111-109
Nella Nba, soprattutto in regular season, l'esito della sfida tra una delle migliori squadre della Lega e una delle peggiori non sempre è scontato. Soprattutto se i Toronto Raptors, seconda forza della Eastern Conference, sono privi della propria stella, Kawhi Leonard, tenuto precauzionalmente in panchina da coach Nick Nurse. E così, i Suns accarezzano il sogno di battere i canadesi fino alla fine, salvo poi doversi arrendere 111-109 nel finale. Gli ospiti dominano nel primo tempo, viaggiando in doppia cifra di vantaggio, e chiudendo all'intervallo lungo sul comodo +8, dopo essere stati avanti anche di 12 lunghezze. Al rientro dagli spogliatoi, però, battono un colpo i Suns anche grazie a Devin Booker, che colpisce all'arco dei 3 punti. I Raptors si trovano così a dover inseguire all'inizio del quarto periodo: qui si accende Kyle Lowry, che prima va a segno dalla lunga distanza e poi mette in ritmo Serge Ibaka, autore dei canestri decisivi. Dall'altra parte ci pensa il solito Booker a tenere in carreggiata i suoi con due bombe consecutive, ma a scrivere la parola fine è il canestro sulla sirena finale di Pascal Siakam. Per i Raptors, che mandano sei uomini in doppia cifra, il miglior realizzatore è Ibaka, che chiude con 22 punti, ai quali si aggiunge la doppia doppia di Siakam (10 punti e 12 rmbalzi) e la quasi tripla doppia di Lowry, che si ferma a 16 punti, 9 rimbalzi e 8 assist. A Phoenix non bastano i 30 punti di un indiavolato Booker e la doppia doppia da 15+17 di DeAndre Ayton.

DENVER NUGGETS-CHICAGO BULLS 135-105
Altre volte, invece, l'esito è del tutto scontato. Come in occasione della partita tra Denver Nuggets e Chicago Bulls, con la squadra di coach Mike Malone che rifila 30 punti ai Tori per il 135-105 finale. Denver, superata in vetta alla Western Conference Golden State Warriors, non deve nemmeno inserire la quinta marcia (e forse nemmeno la quarta) al cospetto di un avversario che si presenta con 8 sconfitte nelle ultime 8 partite. I Nuggets dominano il lungo e in largo, andando al riposo sul +14, per poi allungare nella ripresa, chiudendo il discorso in terzo periodo da 26-42, con il 51% dal campo. Il miglior marcatore per Denver è il solito, decisivo Jamal Murray, che chiude con 25 punti, mentre sfiora solo la tripla doppia Nikola Jokic, che ferma il tassametro a quota 18 punti, 8 rimbalzi e 11 assist. In totale, sono sette gli uomini in doppia cifra per coach Malone. E' notte fonda, invece, per i Chicago Bulls: i Tori restano al penultimo posto della Eastern Conference con il secondo peggior record della lega (meglio solo dei CLeveland Cavaliers), nel pieno di una crisi che dura ormai da 9 partite. L'unico a salvarsi è, ancora una volta, Lauri Markkanen, che chiude con una prova da 27 punti e 10 rimbalzi, predicando nel deserto. Male, invece, Zach LaVine: 8 punti, 5 rimbalzi e 6 assist ma un terrificante 4/15 al tiro.

PHILADELPHIA 76ERS-INDIANA PACERS 120-96
Notevole dimostrazione di forza dei Philadelphia 76ers, che si sbarazzano senza troppo affanno degli Indiana Pacers 120-96 in una sfida che metteva di fronte la terza e la quarta forza della Eastern Conference. Dopo un primo tempo equilibrato, chiuso sul punteggio di 54-48, i Sixers trovano l'allungo decisivo nella ripresa, spaccando in due la partita. Sono tre i giocatori sopra i 20 punti per Phila: Jimmy Butler ne mette 27, ai quali si aggiungono i 23 (con 13 rimbalzi e 8 assist) di Joel Embiid e i 20 di JJ Redick, che si conferma il solito killer dall'arco dei 3 punti (6/9). Indiana tira male, soprattutto dalla lunga distanza (31% di squadra) e va sotto a rimbalzo, soffrendo terribilmente la fisicità dei Sixers sotto alle plance (51-40 il confronto). L'unico a crederci fino in fondo è Thaddeus Young, che chiude con una prova da 27 punti. Sono 15 (con 7 assist), invece, i punti di un Victor Oladipo che sembra avere perso un po' dello smalto di inizio stagione. Terza vittoria consecutiva per Philadelphia, che permette ai Sixers di avvicinare proprio Indiana al terzo posto nella classifica della Eastern Conference, portandosi a una sola lunghezza di distacco dai Pacers.

SACRAMENTO KINGS-CHARLOTTE HORNETS 95-114
Si interrompe il momento positivo dei Sacramento Kings, che restano sopra al 50% d vittorie in stagione regolare (23-22), ma che devono arrendersi agli Charlotte Hornets 95-114. I Kings riescono a tenere la testa avanti per tutto il primo tempo, salvo poi si sciogliersi negli ultimi minuti del secondo quarto, concedendo 43 punti agli avversari, che li fanno scivolare addirittura sul -11 con due accelerazioni brucianti di Kemba Walker che semina il panico nella difesa ospite. Nella ripresa, ancora nel segno di Walker, autore di tutte le giocate decisive, Charlotte allarga la forbice del punteggio, chiudendo i conti sul 114-95 finale. In totale sono 7 gli uomini in doppia cifra per gli Hornets, mentre Sacramento deve accontentarsi dei 24 punti di Buddy Hield, ai quali si aggiungono i 17 di Bogdan Bogdanovic. Una vittoria che permette a Charlotte di consolidare il proprio ottavo posto nella Eastern Conference e di tenere a bada Pistons e Wizards. Sacramento, invece, perde terreno nei confronti di Lakers e Jezz nella lotta per l'ultima posizione in griglia playoff a Ovest.