È crisi nera per i Los Angeles Clippers, che contro i Golden State Warriors perdono la quinta partita consecutiva, Gallinari e un posto ai playoff. I campioni Nba si impongono 112-94, con il 'Gallo' costretto a lasciare il parquet dopo 8 minuti per problemi alla schiena. I 19 punti di Belinelli, invece, consentono a San Antonio di superare Minnesota 116-113. Irving trascina Boston contro Memphis: 38 punti e vittoria 122-116 per i biancoverdi.
LOS ANGELES CLIPPERS-GOLDEN STATE WARRIORS 94-112
Un altro passo falso, il quinto consecutivo per i Los Angeles Clippers, che contro i Golden State Warriors incassano un pesantissimo 112-94 a domicilio. Già senza Lou Williams, il miglior realizzatore della squadra uscendo dalla panchina, LA deve fare i conti con i problemi di salute di Danilo Gallinari, costretto a lasciare il parquet dopo appena 8 minuti per un problema alla schiena. Privo delle due principali bocche da fuoco, l'attacco dei Clippers grava tutto sulle possenti spalle di Tobias Harris che, con l'aiuto del rookie Shai Gilgeous-Alexander, riesce a rispondere colpo su colpo alle folate di Durant, Thompson e Curry. Al rientro dagli spogliatoi, però, è proprio il numero 30 a lanciare il parziale da 17-4 per aprire il terzo periodo con il quale i campioni Nba tentano la prima fuga. Los Angeles, però, non molla e resta aggrappata con tutte le proprie forze alla partita, trascinata dai 28 di Harris. Nel momento decisivo, ci pensa DeMarcus Cousins, all'esordio stagionale con la maglia degli Warriors, a scrivere la parola fine con tre triple in fila che spaccano la partita. Gli Warriors sono già la miglior squadra della lega (forse la migliore di sempre) e aggiungere alla ‘compagnia dell’Anello’ uno dei centri più dominanti della Nba non può fare altro che impennare ulteriormente le chance di ripetersi per la squadra di Steve Kerr. Alla fine, sono 15 i punti dell'ex Sacramento Kings, ai quali si aggiungono i 24 di Durant e i 28 di Curry.
MINNESOTA TIMBERWOLVES-SAN ANTONIO SPURS 113-116
Se la passa decisamente meglio rispetto al suo connazionale, invece, Marco Belinelli. Dopo l'ottima prestazione contro Dallas, in cui era stato il migliore dei suoi, il 'Beli' si ripete, chiudendo con 19 punti nel successo degli Spurs contro Minnesota per 116-113. L'azzurro ha anche il merito di realizzare i tiri liberi nel finale: inutile la preghiera di Derrick Rose per forzare il supplementare. Il miglior realizzatore per i neroargento è LaMarcus Aldridge, che chiude con 24 punti, ai quali si aggiungono i 22 di Rudy Gay, chiamato a fare le veci di DeMar DeRoza, fermo ai box per un problema alla caviglia. Dall'altra parte, invece, non riesce a incidere Karl-Anthony Towns, che realizza sì 23 punti, ma che è costretto ad abbandonare il parquet per problemi di falli dopo appena 21 minuti. Per San Antonio si tratta della 16esima vittoria nelle ultime 18 sfide contro i T’Wolves, la settima nelle ultime 10 in stagione. Un successo che conferma i texani al quinto posto a Ovest e dal sapore molto particolare anche per coach Gregg Popovic: si tratta del 520esimo in trasferta in carriera, che gli permette di agganciare in vetta a questa speciale classifica Pat Riley.
BOSTON CELTICS-MEMPHIS GRIZZLIES 122-116
Seconda vittoria consecutiva per i Boston Celtics, che superano Memphis 122-116 nel segno del solito Kyrie Irving. L'ex compagno di merende di LeBron James gioca un'altra partita superba, che bissa quella contro i Toronto Raptors, chiudendo con 38 punti, 11 assist e la sensazione di dominio totale. 20 dei suoi 38 punti arrivano in un terzo quarto in cui Boston piazza l'allungo decisivo, stroncando le resistenze dei Grizzlies. Altri 8, invece, nel finale, compresa la tripla della staffa a 1:22 dalla sirena, che manda i titoli di coda sul match. Per coach Brad Stevens, oltre a Irving, brillano anche Marcus Smart, autore di una prova da 20 punti, e Al Horford, che ne aggiunge 18. Memphis ha il merito di provare a restare in partita fino alla fine, ma si scioglie nelle ripresa, proseguendo in una crisi profonda per la quale urgono rimedi al più presto. Dopo un primo mese di regular season giocato su livelli eccellenti, Conley e compagni hanno letteralmente alzato le mani dal manubrio, scivolando fino al penultimo posto della Western Conference. Contro i Celtics è arrivata la sconfitta numero 26 in stagione, la quarta consecutiva, la nona nelle ultime 10. In questa occasione non sono bastati i sei giocatori in doppia cifra, guidati dai 26 di Mike Conley e i 23 di Jaren Jackson Jr.
ORLANDO MAGIC-BROOKLYN NETS 115-117
Un'impresa che merita di essere celebrata. Sotto di 21 punti, i Brooklyn Nets compiono una rimonta incredibile, beffando nel finale gli Orlando Magic e imponendosi 115-117 all'Amway Center. Il mattatore assoluto è D'Angelo Russell, che pareggia il proprio massimo in carriera a quota 40 punti, figlio di un eccellente 8/12 dalla lunga distanza. A questi, si aggiungono anche i 20 di Spencer Dinwiddie, l’eroe della vittoria contro i Rockets, che ferma il tassametro a quota 20 (18 dei quali nel secondo tempo). Una grande occasione sprecata, invece, per gli Orlando Magic che, dopo essere stati in controllo per tutta la partita, si fanno raggiungere e poi superare a 27 secondi dalla sirena finale. L'ultima preghiera di Evan Fournier per provare a forzare il supplementare non viene accolta e per i padroni di casa arriva la settima sconfitta nelle ultime 10 partite, che rischia di allontanarli definitivamente dalla zona playoff. Il migliore tra le fila dei Magic è Aaron Gordon, che chiude con una prova da 23 punti, alla quale si aggiunge la solita doppia doppia da 16 punti e 17 rimbalzi del centro montenegrino, Nikola Vucevic. Continua, invece, il momento positivo dei Nets, che trovano la 16esima vittoria nelle ultime 21 partite, consolidando il sesto posto a Est.
DETROIT PISTONS-MIAMI HEAT 98-93
Seconda vittoria consecutiva per i Detroit Pistons, che superano 98-93 i Miami Heat e tornano a respirare una boccata di ossigeno: era da più di un mese, infatti, che i 'Pistoni' non inanellavano due W in fila. Un successo che, di fatto, arriva senza il contributo di Andre Drummond, costretto a lasciare il parquet per un colpo al naso dopo appena 7 minuti di gioco. Senza il proprio gigante a dominare sotto alle plance, Detroit si affida a Blake Griffin: l'ex Los Angeles Clippers sfiora la tripla doppia, fermandosi a 1 solo assist dall'impresa. Per lui sono 32 i punti, conditi da 11 rimbalzi e 9 assist. A questi si aggiungono i 22 di Luke Kennard, che ne mette 8 nell'ultima e decisiva frazione, utili a respingere il tentativo di rimonta degli Heat, finiti sotto anche di 16 lunghezze dopo il primo tempo. Nemmeno Dwyane Wade, autore di una prova da 20 punti, riesce a trascinare Miami, che deve fare i conti con le pessime percentuali dalla linea del tiro libero (5/19). Hassan Whiteside sbaglia tutti i suoi tentativi dalla lunetta, chiudendo con 8 punti e 10 rimbalzi.
UTAH JAZZ-CLEVELAND CAVALIERS 115-99
I Cavs si confermano la peggiore squadra della Nba. Non solo per il record (9 vittorie a fronte di 37 sconfitte) ma anche per l'atteggiamento sul parquet. Contro gli Utah Jazz, che cavalcano una striscia di 5 vittorie consecutive, arrivano solo 37 punti in un primo tempo in cui i ragazzi di coach Quin Snyder fanno il bello e il cattivo tempo, collezionando un vantaggio spaventoso (37-61). Discorso chiuso dopo appena 24 minuti, dunque, con Cleveland che trova un piccolo moto d'orgoglio solo nel finale, grazie a un'ultima frazione da 39 punti in pieno garbage time, che serve solo a rendere meno dolorosa la sconfitta (115-99). Per Utah, una delle squadre più calde della lega, il migliore è sempre Donovan Mitchell, che gioca con una maturità impressionante e realizza 24 punti. A questi si aggiungono le doppie doppie di Rudy Gobert (19 punti e 15 rimbalzi), Royce O'Neale (16 punti e 11 rimbalzi) e Derrick Favors (12 punti e 10 rimbalzi). Un successo preziosissimo per i Jazz, che continuano la propria risalita, e superano i Clippers nella Western Conference, portandosi al settimo posto dopo una complesso avvio di stagione.
PORTLAND TRAIL BLAZERS-NEW ORLEANS PELICANS 128-112
Tra le squadre che stanno attraversando un ottimo momento di forma ci sono anche i Blazers, che contro New Orleans trovano la seconda vittoria consecutiva, la settima nelle ultime 10. Un successo rotondo per Portland, che passa 128-112, confermando il terzo posto nella Western Conference alle spalle di Warriors e Nuggets. I padroni di casa allungano già nel secondo quarto e non si voltano più indietro grazie all’intero quintetto che chiude in doppia cifra: sono 24 i punti per Damian Lillard, ai quali si aggiungono i 20 del compagno di merende, Cj McCollum, i 15 di Jusuf Nurkic (che cattura anche 12 rimbalzi) e Al-Farouq Aminu e i 12 di Maurice Harkless. Per i Pelicans, che invece, faticano a risalire la classifica e rischiano di veder scappar via i playoff, non basta la prova da 27 punti di Anthony Davis, che aggiunge anche 7 rimbalzi. Proprio l’Unibrow difficilmente resterà a New Orleans senza i playoff. LeBron James già si sfrega le mani: convincere l’ex Kentucky a trasferirsi ai Lakers in estate non sembra poi un’impresa così disperata.