Il Napoli si prepara a tornare a San Siro ad un mese esatto dalla tragica notte di San Silvestro, che purtroppo verrà ricordata per la morte dell'ultrà Daniele Belardinelli e per i cori razzisti a Koulibaly, e prima della sfida al Milan ha parlato Lorenzo Insigne, che ai microfoni di Dazn è tornato sulla notte del 26 dicembre e sulla sua espulsione: "Se a San Siro contro l’Inter non fosse successo ciò che è successo a Koulibaly, non credo che io mi sarei fatto espellere. A volte per il nervosismo perdo un po’ la testa, so che devo controllarmi di più".
A San Siro non ci sarà l'ex compagno Higuain, passato al Chelsea ("Non lo sento da tempo. Ha fatto la sua scelta, in bocca al lupo"), ma sarà una serata molto speciale per Carlo Ancelotti, che torna al Meazza da avversario dopo 10 anni: "Con lui ho un ottimo rapporto - spiega Insigne - Ho sempre voluto lavorare con lui, perché ha vinto tanto e l’ho sempre stimato. Il cambio di ruolo me lo propose dopo la sconfitta contro la Samp, è stata una sua intuizione e io mi sono messo subito a sua disposizione".
Parlando di allenatori, Insigne non può dimenticare il suo maestro, Zdenek Zeman, con cui è stato prima a Foggia e poi a Pescara: "Mi ha lanciato nel grande calcio e se oggi sono questo giocatore molto è merito suo. Ogni giorno ci faceva pesare nel suo ufficio, ma entrare lì dentro era come essere a Milano, tutto bianco. Pieno di fumo (ride)”.
Grazie agli insegnamenti del boemo e al suo indiscusso talento, oggi Insigne è tra i migliori attaccanti del campionato, tanto da sognare un giorno si avvicinare il mito di Maradona: "Maglia numero 10? Sono molto scaramantico, la 24, che porto perché è la data di nascita di mia moglie, mi ha portato fortuna. Spero di rimanere tanto nel cuore della città da far ritirare un giorno anche la 24".