Luciano Spalletti deluso dopo la sconfitta contro il Bologna: "Mi hanno infastidito un paio di cose, siamo intimoriti e non sembriamo avere un carattere forte come quello dello club". Il tecnico dell'Inter, che a fine partita ha avuto un confronto con la dirigenza, non si aspetta un attestato di stima dalla società in questo delicato momento: "A me non serve. Forse serve a chi è in bilico e ha vantaggio se l'allenatore resta o va via".
Spalletti spiega: "Pensavo di aver creato delle basi con cui costruire le nostre prestazioni, senza perdere mai una certa continuità, invece oggi siamo andati al di sotto di quello che deve essere il nostro livello medio. Come nel finale: perché girare palla, si doveva lanciare lungo per Ranocchia. Ho provato a inserirlo per giocare palloni subito in area, qualche palla l'ha spizzata ma attorno a lui non c'era la densità giusta".
La domanda è scontata: pensa che i giocatori la stanno seguendo? "Mi sembra di sì, facciamo cose abbastanza semplici. Serviva però un equilibrio corretto in campo, senza cercare di vincere da soli la partita o forzare le azioni. Mi seguono, si vede. Ma nella lotta manca qualcosa, gli altri lottano più forte di noi". Sui fischi dello stadio: "Non mi fanno effetto, era già successo. Giusto che i nostri tifosi chiedano di più".
Dopo la partita e le rituali interviste, vertice tra Luciano Spalletti e la dirigenza per fare il punto dopo la sconfitta. L'allenatore ha lasciato il confronto verso le 21:40 mentre Marotta (ad per la parte sportiva), Gardini (Chief Football Operations Officer) e Antonello (ad) hanno continuato la riunione in tre per un'altra ventina di minuti. Il clima è rimasto sereno e al tecnico non è stato dato alcun ultimatum, anzi è stata ribadita la fiducia nei suoi confronti.