Pro Piacenza, l'ex Polverini: "In sei mesi pagato mezzo stipendio, giocatori sfrattati"

Il difensore, oggi alla Virtus Verona, fino a gennaio giocava nella Pro: "Nessuno ha vigilato. E non prendetevela con il Cuneo"

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Mentre l'eco dello 0-20 è arrivato anche ai vertici della Figc, un ex giocatore della Pro Piacenza cerca di spiegare come si sia arrivati ad una tale situazione. "Saltati tanti stipendi, molti giocatori sono stati sfrattati e le inadempienze coinvolgevano anche il settore giovanile. Dopo uno sciopero, iniziano le partite saltate e, dopo la pausa invernale, visto che niente era cambiato, molti se ne sono andati via" le parole di Dario Polverini, difensore della Virtus Verona ma fino a gennaio alla Pro.

Polverini, alla Gazzetta dello Sport, ricorda: "A luglio era stata allestita una squadra molto forte, avevamo tante speranze. Ad agosto il presidente decide che vuole puntare alla Serie B, caccia il ds e compra 10 giocatori negli ultimi giorni di mercato. In rosa eravamo 33 con un budget altissimo (c'era anche l'ex Lazio Ledesma, ndr) e dopo cinque partite eravamo primi in classifica".

Il brutto inizia dopo: "Alla prima scadenza del 15 ottobre la proprietà non paga gli stipendi: il venerdì il presidente ci dice che sono partiti i bonifici, noi andiamo in campo ma lunedì scopriamo che non era così. Il presidente ci riunisce, ci spiega che ha problemi con la sua azienda ma ci promette che avrebbe sistemato le cose. In effetti a novembre ci arriva lo stipendio di agosto, senza contributi: praticamente dimezzato".

La situazione precipita: "I proprietari degli appartamenti ci dicono: 'se non pagate dovete liberare le abitazioni'. Molti di noi devono farlo, anche giocatori con famiglie e bambini al seguito. Il club prova a sistemare alcuni negli alberghi, ma non si può vivere con la valigia nel bagagliaio. Decidiamo di fare uno sciopero per mettere il presidente spalle al muro: saltiamo la prima, la seconda, la terza partita, poi viene la sosta. Al rientro non cambia nulla e decidiamo quasi tutti di andarcene, chi con lo svincolo chi con la rescissione".

Polverini chiude: "Mi domando come sia possibile che un’azienda che è stata sponsor di una squadra di Serie A non possa poi pagare gli stipendi in C. Colpa di chi non ha vigilato, la puzza di bruciato si sentiva dall’inizio. È sbagliato attaccare i giocatori del Cuneo: senza quel 20-0 nessuno avrebbe parlato di questo scandalo. Hanno fatto solo il loro dovere, hanno sbagliato semmai i genitori a mandare quei ragazzi a farsi umiliare sperando di avere una possibilità in Serie C”.

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