Nba: Houston stende Golden State anche senza Harden, Lakers ko a New Orleans

I Rockets piegano i campioni in carica 118-112 nel segno di Chris Paul, i gialloviola cadono contro i Pelicans nonostante un super LeBron e l’assenza di Davis

Una prova di forza e un campanello d'allarme. Sensazionale impresa di Houston che, senza James Harden, piega Golden State 118-112 alla Oracle Arena nel segno di Paul e Gordon. Brutto passo falso, invece, per i Lakers che, nonostante i 27 punti e 12 assist di LeBron, alzano bandiera bianca contro i Pelicans, privi di Anthony Davis (128-115). Tutto facile per Milwaukee, che stende Minnesota 140-128, cade, a sorpresa, Boston contro Chicago (126-116).

GOLDEN STATE WARRIORS-HOUSTON ROCKETS 112-118 
Se tre indizi fanno una prova, i Golden State Warriors (42-17) devono iniziare a preoccuparsi in vista dei prossimi playoff. I campioni in carica cadono per la terza volta in stagione contro gli Houston Rockets (34-25), nonostante l'assenza di James Harden, colpito da una forma influenzale e problemi al collo. Alla Oracle Arena finisce 112-118 per i texani, che si affidano al talento di Chris Paul ed Eric Gordon: il primo, da vero leader, gioca una partita sontuosa, chiudendo con 23 punti e 17 assist, mentre il secondo ne mette 25 con 4 triple. Dall'altra parte, non basta la solita prestazione dei 'Big Three', con Durant Curry e Thompson che chiudono tutti sopra quota 20 punti. A rendere ancora più amara la sconfitta ci ha pensato l'infortunio alla caviglia di Draymond Green, che rischia di restare fuori per quattro o cinque partite.

NEW ORLEANS PELICANS-LOS ANGELES LAKERS 128-115
Coach Gentry fa riposare Anthony Davis contro la squadra che più lo aveva cercato nel mercato. Il pubblico di New Orleans fischia LeBron James, accusato di aver avuto un'influenza sulla richiesta di cessione da parte di AD. Il Re ne fa 27. Ma ai Lakers non bastano né questi, né i 29 punti di Ingram per battere New Orleans, che porta il quintetto iniziale in doppia cifra. Spiccano i 27 punti di Holiday e i 24 dell'ex Randle. Pelicans sempre in controllo, a partire dal primo quarto, chiuso 42-35. Una tripla di Holiday sul finire della terza frazione dà il 100-84 che permette di gestire il vantaggio fino al 128-115 finale. A Ovest, i Lakers (29-30) vedono allontanarsi i playoff e la faccia sconsolata di LeBron in panchina è tutto un programma. Per New Orleans (27-34) una vittoria poco utile in classifica.

CHICAGO BULLS-BOSTON CELTICS 126-116
Una battuta d'arresto davvero inattesa per Boston, che si arrende agli scatenati Bulls: 126-116 il punteggio finale allo United Center. Una prova d'orgoglio per i Tori, intenzionati a cancellare l'imbarazzante -56 subito nell'ultimo confronto. A trascinare Chicago (16-44) sono i due leader dello spogliatoio: Zach LaVine e Lauri Markkanen, entrambi ai massimi della propria carriera. Il primo gioca una partita perfetta, chiudendo con 42 punti, mentre il finlandese realizza una doppia doppia da 35 punti e 15 rimbalzi. Boston (37-23)alza presto il piede dall'acceleratore e incassa un parziale da 18-3 nel secondo periodo che, di fatto, spacca la partita. L'ultimo ad arrendersi per i biancoverdi è il solito Kyrie Irving, che chiude con numeri da capogiro: 37 punti e 10 assist, ma non basta a evitare il ko numero 23 in stagione.

PHILADELPHIA 76ERS-PORTLAND TRAIL BLAZERS 115-130
Anche grazie alla giornata da Mvp di Jusuf Nurkic (24 punti e 10 rimbalzi in 24'), Portland vince a Philadelphia. Ai padroni di casa non bastano i 29 punti di Ben Simmons. Il match si decide tra il secondo e il terzo quarto: negli ultimi 4' prima dell'intervallo Nurkic realizza 10 punti per il break di 16-7; in avvio di ripresa Portland trova un parziale di 17-6 grazie a un grande Harkless. Philadelphia paga nel pitturato l'assenza di Embiid (ne avrà ancora per una settimana) e crolla a -20. Il pubblico la prende male e fischia. Neanche lo screzio tra Simmons e Kanter, che gli arbitri regolano con un doppio tecnico, motiva i Sixers. Finisce 130-115 per la squadra dell'Oregon (36-23), che consolida la quarta piazza a Ovest. Quello che non riesce a Philadelphia (38-22), incalzata da Boston a Est.

OKLAHOMA CITY THUNDER-SACRAMENTO KINGS 116-119
E a proposito di sconfitte imprevedibili, fa rumore anche la caduta di Oklahoma City, che paga dazio contro i giovani e terribili Sacramento Kings. I californiani si impongono 119-116 e continuano a restare in corsa per un posto nei playoff a Ovest, anche complice la contestuale sconfitta dei Los Angeles Lakers a New Orleans. Il protagonista del successo dei Kings (31-28) è Buddy Hield, autoproclamatosi lo Steph Curry di Sacramento, che chiude con 34 punti e ottime percentuali al tiro. Dall'altra parte, invece, OKC (38-21) accusa la stanchezza per il doppio supplementare contro i Jazz la notte precedente e non riesce a reagire nel finale. In grossa difficoltà soprattutto Paul George, che chiude con 14 punti e un pessimo 4/19 dal campo. L'ultimo ad abbandonare la nave è capitan Russell Westbrook, che mette 41 punti con 10 rimbalzi e 4 assist.

MILWAUKEE BUCKS-MINNESOTA TIMBERWOLVES 140-128
In questo momento Milwaukee è, per distacco, la miglior squadra di tutta la Nba. Non solo per il record (45 vittorie e 14 sconfitte) ma soprattutto per il gioco espresso e la solidità. Contro Minnesota arriva un'altra prova di forza, che lancia prepotentemente le ambizioni dei Bucks in ottica titolo: 140-128 il punteggio finale al termine di un match deciso dal parziale da 33-19 nel finale. Ai 27 punti (con 10 rimbalzi) del solito, inarrestabile Giannis Antetokounmpo, si aggiungono anche i 28 del compagno di merende del greco, Khris Middleton, che tira 10/18 dal campo. Dall'altra parte, i T'Wolves (28-31) restano in partita fino al 113 pari, poi non riescono più a resistere all'onda d'urto dei Bucks, anche complice l'assenza di Karl-Anthony Towns, ancora alle prese con i problemi post-incidente stradale di tre giorni fa.

MIAMI HEAT-DETROIT PISTONS 96-119
I Detroit Pistons compiono un altro importante passo verso i playoff in un vero e proprio scontro diretto contro una rivale, i Miami Heat: 119-96 il punteggio finale. All’American Airlines Arena, gli ospiti piazzano l'allungo decisivo nel finale e conquistano il successo numero 28 in stagione regolare, che mette due partite di distacco sugli Orlando Magic, noni in graduatoria e i primi degli esclusi. Un successo per la squadra di coach Casey che arriva grazie al prezioso contributo della panchina: sono 22 i punti di Ish Smith e 15 quelli di Langston Galloway, decisivi nell'ultimo quarto. Il migliore per i Pistons (28-30) è Blake Griffin, che chiude con 20 punti, ai quali si aggiungono i 17 di Kennard. Dall'altra parte, nonostante il rientro di Goran Dragic, continua la maledizione casalinga degli Heat (26-32), al 17esimo ko tra le mura amiche in stagione.

UTAH JAZZ-DALLAS MAVERICKS 125-109
L'assenza di Luka Doncic si fa sentire eccome in quel di Dallas (26-33). Senza lo sloveno arriva la seconda sconfitta consecutiva per i Mavs, travolti tra le mura amiche dell’American Airlines Center da Utah 125-109. Nonostante la maratona contro Oklahoma City (ben due overtime), i Jazz sono più freschi e reattivi dei texani, prendendo subito le redini del match senza più voltarsi indietro. A non far rimpiangere l'assenza di Doncic ci prova Tim Hardaway Jr., che chiude con 21 punti, ai quali si aggiungono i 20 di Trey Burke dalla panchina. 15 i punti per Dirk Nowitzki, partito in quintetto. Dall'altra parte sono tre i giocatori sopra quota 20 punti: Ricky Rubio e Donovan Mitchell si fermano a quota 25, mentre Jae Crowder ne mette 22. Utah (33-26) sale così al sesto posto a Ovest e scavalca i San Antonio Spurs in classifica.

WASHINGTON WIZARDS-INDIANA PACERS 112-119
L'assenza di Oladipo continua a non pesare sui risultati dei Pacers, all'ottava vittoria su nove. Indiana, però, rischia di buttare il +17 di inizio ripresa, costruito con il 62% al tiro nel primo tempo, e subisce la rimonta dei Wizards, guidati da un grande Beal (35 punti, dopo averne fatti 46 a Charlotte). Washington infila un break di 13-2 all'inizio dell'ultima frazione e va sul -2 (99-97). Indiana rintuzza la rimonta con Sabonis (12 rimbalzi), Young (22 punti, 9/11 dal campo) e Bogdanovic (18 punti), i Wizards rinvengono con un parziale di 10-2 negli ultimi 90", e addirittura hanno la palla del pari sulle mani di Bryant, che sbaglia la tripla decisiva. Finisce 119-112 per Indiana (40-20), terza ad Est. Sempre nella Eastern Conference, Washington (24-36) spera sempre meno nei playoff.

ATLANTA HAWKS-PHOENIX SUNS 120-112
Si estende a 17 la losing streak dei Suns, la peggiore nella storia della franchigia. Atlanta stavolta non crolla nel finale (così come contro Detroit) e, anzi, dà nell'ultimo quarto la spallata decisiva a Phoenix, in partita per più di 40' e avanti 87-86 grazie anche ai 17 punti di Tyler Johnson (29 a referto in totale) nella terza frazione. Suns avanti anche di 8 a 5'46" dalla fine, con due tiri liberi di Ayton, poi spariscono dal campo e subiscono un parziale di 23-6, portato dai canestri di Young e Prince, che segnano rispettivamente 23 e 21 punti. Tra gli Hawks da segnalare anche la prova di Bazemore, che ne realizza 23. Finisce 120-112 per gli Hawks (20-40), che hanno chance quasi nulle di playoff a Est. Phoenix (11-50) si conferma la squadra peggiore della lega.

CHARLOTTE HORNETS-BROOKLYN NETS 115-117
Charlotte porta fortuna a D'Angelo Russell. Dopo la prima presenza all'All-Star Game, arrivano i 40 punti (career-high eguagliato) con cui i Brooklyn Nets espugnano lo Spectrum Center. Brooklyn piazza l'allungo decisivo nel primo quarto, chiuso 34-20. Charlotte nella seconda frazione tenta la rimonta grazie a Parker, ma va alla pausa lunga sotto 63-50. Kemba Walker prende per mano i suoi, segnando 13 punti di fila (in totale sono 32) e portando Charlotte sul -6, gap poi mantenuto alla fine del terzo quarto. Nel finale Charlotte va addirittura avanti, ma Russell firma la tripla decisiva a 39" dalla sirena. Charlotte ha la chance per vincere, ma il tentativo dall’arco di Walker viene stoppato da LeVert. A Est, Brooklyn (31-30) è sesta, Charlotte (28-31) ottava.

CLEVELAND CAVALIERS-MEMPHIS GRIZZLIES 112-107
Per Kevin Love 32 punti e season-high, e Cleveland batte Memphis. La partita vede le squadre dominare singole frazioni: i Cavaliers tentano la fuga (37-24) grazie a 10 punti di Sexton, Memphis recupera parzialmente nel secondo quarto (chiuso sotto 63-56) e mette la freccia nel terzo. La squadra di Drew, sotto di 2 al 36', si affida a Love (9/15 dal campo, di cui 6/9 dall'arco), che ne segna 10 e guida la rimonta, conclusa nel 112-107 che porta la firma anche delle triple di Sexton e Osman. Love, da quando è tornato dall'infortunio, viaggia a 16.5 punti di media. Cleveland (14-46) non andrà ai playoff, ma può pensare di vincerne tre di fila per la prima volta in stagione (ora è a due). Memphis (23-38), a cui non bastano i 25 di Valanciunas, è al quarto ko di fila, il 16esimo nelle ultime 20.