Gli appunti di un giornalista sportivo vissuto nel mondo del calcio, a contatto con personaggi anche assai diversi uno dall'altro, ma tutti capaci di sorridere del loro mestiere e di destreggiarsi con allegria fra i problemi del loro lavoro, mostrandosi nei loro pregi e difetti senza la protezione assillante di guardie del corpo e di regole ferree a tutela della privacy. Un calcio più umano di quanto non sia poi diventato, sommerso da fiumi di denaro: dagli scherzi di Altafini sotto la gestione di Rocco e Liedholm agli sfoghi di Carniglia, di Giagnoni, di Pugliese, dalle doppie personalità dei due Herrera alla malinconia ironica di Scopigno o alla napoletaneità innata di Pesaola, con l'intervento di uomini di "governo" come Boniperti, Fraizzoli e Franchi.
Con "Un calcio da ridere - Rocco e i suoi gemelli", edito da Prospero Editore, Gino Franchetti ha voluto condividere i ricordi indimenticabili di tanti anni di esercizio della professione di giornalista sportivo, un lavoro a volte faticoso, che richiedeva impegno intellettuale e fisico e magari almeno un pizzico di simpatia, ma che per sua stessa ammissione gli ha regalato momenti di vero divertimento, accanto a uomini di valore che non sempre stavano dall'altra parte della barricata, come si usa dire adesso che la barricata fra allenatori di calcio e giornalisti è quanto mai compatta e invalicabile. Nella convinzione che un ritorno all'atmosfera che si respirava ai tempi di Nereo Rocco e C. attorno ai campi di calcio sarebbe anche per i tifosi più accaniti un bellissimo regalo.
Un calcio da ridere: Rocco e i suoi gemelli
Dagli scherzi di Altafini al Paròn fino a Herrera e Liedholm: gli appunti di "viaggio" di chi ha vissuto il pallone da vicino
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