Non ci sono colpevoli per la morte di Daniele Belardinelli. Almeno per ora. Da Napoli dove sono indagati una trentina di ultrà per gli incidenti della notte di Santo Stefano fuori da San Siro l’inchiesta per omicidio non sembra fare passi avanti. Anche delle auto sequestrate (pare tre) che avrebbero travolto mortalmente il tifoso interista non ci sono aggiornamenti. Questa mancanza di passi avanti nell’inchiesta napoletana stride fortemente con il filone d’inchiesta gestito dalla Procura di Milano che invece ha già chiesto condanne esemplari (senza attenuanti generiche) per sei ultrà nerazzurri coinvolti negli scontri.
La richiesta più pesante riguarda Nino Ceccarelli dei Viking che nonostante il rito abbreviato (vale uno sconto di un terzo della pena) rischia 5 anni, 8 mesi e 10 giorni di reclusione. A suo carico anche un daspo di 8 anni emesso dal Gip Salvini. A processo andranno anche altri quattro ultrà, tutti già detenuti: Marco Piovella dei Boys (pena richiesta 3 anni, 8 mesi e 20 giorni), Alessandro Martinoli ultrà del Varese (4 anni 4 mesi e 20 giorni) Simone Tira e Francesco Baj (2 anni 11 mesi e 10 giorni). Tutti saranno giudicati per rissa aggravata.
Pene esagerate quelle dei PM per gli avvocati difensori che chiederanno le attenuanti generiche. Sentenza prevista il 20 marzo. Il giorno dopo si saprà anche come si concluderà il patteggiamento di Luca da Ros il sesto tifoso arrestato (ma ora in libertà) che ha collaborato con gli inquirenti. Rischia comunque un paio di anni. La moglie di Belardinelli ha fatto sapere che non si costituirà parte civile in questo procedimento mentre potrebbe farlo per il filone che riguarda l’omicidio volontario. Ma qui i tempi di questo processo non si vedono ancora. Si attendono novità da Napoli per verificare se ci sarà almeno uniformità di … giustizia.
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