Negli ottavi di ritorno della Champions League, il Liverpool batte 3-1 il Bayern Monaco all'Allianz Arena e vola ai quarti. A Klopp basta un pari con gol, ma i Reds giocano per vincere: al 26' un grande gol di Mané porta avanti gli ospiti, il Bayern pareggia al 39' con un'autorete di Matip. I colpi di testa di van Dijk (69') e Mané (84') segnano la fine dei giochi. L'Inghilterra porta quattro squadre ai quarti: non accadeva dal 2009.
Quando Jürgen Klopp mette piede nell'Allianz Arena di Monaco di Baviera spira un vento rivoluzionario che coglie impreparato il mondo Bayern, di solito cullato dalla impenetrabilità del suo fortino. Klopp ha già vinto quattro volte all'Allianz. Nell'occasione forse più importante, gli ottavi di finale di Champions League, gli bastava il pareggio con gol. In teoria. Nella pratica, il Liverpool è una macchina nata per imporre il gioco, senza troppi calcoli di risultato. E allora gioca per vincere. Finisce 3-1 per i Reds: Klopp fa cinquina e ammutolisce ancora l'Allianz.
Le squadre passano i primi minuti a studiarsi: normali tatticismi dovuti anche allo 0-0 dell'andata. Klopp deve subito rinunciare a Henderson, che si fa male alla caviglia sinistra: dentro Fabinho dopo soli 12'. Le uniche occasioni di inizio gara arrivano con Thiago Alcantara e Firmino, ma per battere Alisson e Neuer ci vuole di più. Ci vuole un colpo fuori dagli schemi. E allora al 26' Mané raccoglie un lancio di van Dijk, con l'esterno sinistro di controbalzo sfugge alla marcatura di Rafinha (troppo molle nella circostanza), poi con l'esterno destro salta Neuer in uscita e con un pallonetto mancino appoggia in rete. Un gol capolavoro, ma difesa del Bayern non perfetta. Neuer (100 presenze in Champions) si mangia con sguardo e parole Rafinha, Kovac resta impassibile. Klopp festeggia la perla di uno dei suoi gioielli offensivi, che all'andata sbagliò un gol molto più facile.
Al Bayern serve vincere, ma la storia dice che ha battuto solo una volta il Liverpool negli scontri diretti. E poi è difficile fare due reti agli inglesi senza subirne: i Reds sono micidiali nelle ripartenze. Così Kovac risponde senza fretta all'aggressività di Klopp. Predica calma e cerca di aggirare il pressing allargando il gioco sulle fasce. Se Ribery (all'ultima presenza in Champions con la maglia del Bayern: uscito dal campo nel secondo tempo per far posto a Coman, si prenderà gli applausi della Südkurve) mostra i segni del tempo e non sfonda mai contro Alexander-Arnold, Gnabry mette spesso in difficoltà Robertson. In una delle sue sgroppate provoca l'autogol di Matip che ridà speranza ai bavaresi. Al 39' è 1-1. Netzer, Rummenigge e Hoeness applaudono dalla tribuna, ma non per caso il Bayern trova un pareggio...casuale: la squadra di Kovac fa fatica a produrre gioco, Lewandowski è ben controllato da van Dijk, James Rodriguez, che dovrebbe essere il fulcro della manovra nel 4-2-3-1 dei padroni di casa, è fuori dalla partita. Così il pareggio dell'intervallo può andar bene a Kovac, che confabula nel tunnel degli spogliatoi con il direttore sportivo Salihamidzic.
La pioggia accoglie le squadre nella ripresa. Ma forse si dovrebbe scrivere “la squadra”. Perché il secondo tempo è un monologo del Liverpool. Già nei primi minuti Salah impensierisce Neuer con un tiro di collo esterno: il portiere tedesco deve respingere con i pugni. Le ripartenze in campo aperto dei Reds mostrano di essere potenzialmente mortifere per la difesa di casa. Ma il Liverpool è forte anche sulle palle aeree, con le torri che possiede. Una su tutte: Virgil van Dijk. E al 69' è proprio l'olandese a svettare su Hummels e Javi Martinez, per il gol che mette in ghiaccio la qualificazione. Klopp sorride, sa di avere i quarti in pugno. Ma niente esultanze vistose. Per quelle bisognerà aspettare l'84', quando Salah con un cioccolatino di esterno sinistro serve Mané: il senegalese si libera di Hummels (male in marcatura, sotto gli occhi di Löw che lo ha escluso dai convocati per le qualificazioni a Euro2020) e in tuffo batte Neuer per la terza e ultima volta. Cala il gelo sull'Allianz: a questo punto è finita per i tedeschi. Il Bayern è fuori dalle prime otto di Europa per la prima volta dal 2011. L'Inghilterra, invece, fa en-plein: Manchester City, Manchester United, Tottenham e Liverpool sono ai quarti. Nessuna nazione ci riusciva dal 2009: allora, furono ancora gli inglesi a fare quattro su quattro. A Barcellona, Juventus, Porto e Ajax tocca contrastare questo dominio.
Le squadre passano i primi minuti a studiarsi: normali tatticismi dovuti anche allo 0-0 dell'andata. Klopp deve subito rinunciare a Henderson, che si fa male alla caviglia sinistra: dentro Fabinho dopo soli 12'. Le uniche occasioni di inizio gara arrivano con Thiago Alcantara e Firmino, ma per battere Alisson e Neuer ci vuole di più. Ci vuole un colpo fuori dagli schemi. E allora al 26' Mané raccoglie un lancio di van Dijk, con l'esterno sinistro di controbalzo sfugge alla marcatura di Rafinha (troppo molle nella circostanza), poi con l'esterno destro salta Neuer in uscita e con un pallonetto mancino appoggia in rete. Un gol capolavoro, ma difesa del Bayern non perfetta. Neuer (100 presenze in Champions) si mangia con sguardo e parole Rafinha, Kovac resta impassibile. Klopp festeggia la perla di uno dei suoi gioielli offensivi, che all'andata sbagliò un gol molto più facile.
Al Bayern serve vincere, ma la storia dice che ha battuto solo una volta il Liverpool negli scontri diretti. E poi è difficile fare due reti agli inglesi senza subirne: i Reds sono micidiali nelle ripartenze. Così Kovac risponde senza fretta all'aggressività di Klopp. Predica calma e cerca di aggirare il pressing allargando il gioco sulle fasce. Se Ribery (all'ultima presenza in Champions con la maglia del Bayern: uscito dal campo nel secondo tempo per far posto a Coman, si prenderà gli applausi della Südkurve) mostra i segni del tempo e non sfonda mai contro Alexander-Arnold, Gnabry mette spesso in difficoltà Robertson. In una delle sue sgroppate provoca l'autogol di Matip che ridà speranza ai bavaresi. Al 39' è 1-1. Netzer, Rummenigge e Hoeness applaudono dalla tribuna, ma non per caso il Bayern trova un pareggio...casuale: la squadra di Kovac fa fatica a produrre gioco, Lewandowski è ben controllato da van Dijk, James Rodriguez, che dovrebbe essere il fulcro della manovra nel 4-2-3-1 dei padroni di casa, è fuori dalla partita. Così il pareggio dell'intervallo può andar bene a Kovac, che confabula nel tunnel degli spogliatoi con il direttore sportivo Salihamidzic.
La pioggia accoglie le squadre nella ripresa. Ma forse si dovrebbe scrivere “la squadra”. Perché il secondo tempo è un monologo del Liverpool. Già nei primi minuti Salah impensierisce Neuer con un tiro di collo esterno: il portiere tedesco deve respingere con i pugni. Le ripartenze in campo aperto dei Reds mostrano di essere potenzialmente mortifere per la difesa di casa. Ma il Liverpool è forte anche sulle palle aeree, con le torri che possiede. Una su tutte: Virgil van Dijk. E al 69' è proprio l'olandese a svettare su Hummels e Javi Martinez, per il gol che mette in ghiaccio la qualificazione. Klopp sorride, sa di avere i quarti in pugno. Ma niente esultanze vistose. Per quelle bisognerà aspettare l'84', quando Salah con un cioccolatino di esterno sinistro serve Mané: il senegalese si libera di Hummels (male in marcatura, sotto gli occhi di Löw che lo ha escluso dai convocati per le qualificazioni a Euro2020) e in tuffo batte Neuer per la terza e ultima volta. Cala il gelo sull'Allianz: a questo punto è finita per i tedeschi. Il Bayern è fuori dalle prime otto di Europa per la prima volta dal 2011. L'Inghilterra, invece, fa en-plein: Manchester City, Manchester United, Tottenham e Liverpool sono ai quarti. Nessuna nazione ci riusciva dal 2009: allora, furono ancora gli inglesi a fare quattro su quattro. A Barcellona, Juventus, Porto e Ajax tocca contrastare questo dominio.
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