L'ultima frontiera commerciale di Cristiano Ronaldo è la guerra alla calvizie ma con un fisico come il suo - mamma Dolores e madre Natura, non hanno sbagliato un muscolo – è impossibile, navigando nel suo impero, non partire dall'intimo supersexy.
Dopo aver mostrato gli attributi sui cartelloni pubblicitari di tutta Madrid, lì è tornato con più discrezione e riconoscenza. È la città delle sue tre Champions, certo, dove sono nati i figli e ha trovato l'amore di Georgina, ma soprattutto è il luogo in cui il suo brand si è fuso con delle cliniche tricologiche, ragion per cui - alla presentazione - non c'era un giornalista uno che potesse chiedergli di Uefa o di Ajax.
La corsa all'oro di CR7, però, parte da lontano e col procedere del millennio ha preso direzioni sempre più globali. Si va dagli hotel che portano il suo nome a due gigantesche palestre a Madrid; da una catena di ristoranti aperti in Brasile ed ispirati dalle ricette della onnipresente e potentissima mamma, alla lunga e prestigiosa lista di sponsor personali, con il colosso sportivo Nike che gli ha riservato un contratto a vita e da cui percepisce oltre 26 milioni l'anno.
Il suo sbarco in Italia ha piacevolmente condizionato il nostro mercato: il caso Mayorga - spauracchio che ha messo in agitazione le major di sponsorizzazione - ha paradossalmente dato ancora più impulso alla linea di biancheria intima griffata e dato che anche il business è una questione di famiglia, non sorprende che dopo la linea bimbi - di cui è testimonial Cristiano Junior - Georgina sia diventata il volto del beachwear.
Il marketing, quando si tratta di loro, diventa quasi banale: legare il proprio marchio a quello di CR7 è garanzia assoluta di successo e se i 285 milioni di dollari incassati in un anno da Floyd Mayweather restano inarrivabili, è testa a testa anche nei ricavi con Leo Messi. Nel 2018, secondo Forbes, la pulce ha guadagnato 111 milioni di dollari, tre in più di Cristiano. Ritrovarsi a Madrid, e fare la storia della Juve, cambierebbe le carte anche in questo senso.