Marc Marquez domina il GP d'Argentina e conquista la sua prima vittoria stagionale nella seconda tappa del Motomondiale. Il campione del mondo si è messo a dettare il passo facendo il vuoto fin dalle primissime curve e tenendosi alle spalle la Yamaha di Valentino Rossi e la Ducati di Andrea Dovizioso, beffata dal Dottore proprio all'ultimo giro. Marquez scavalca così Dovi in vetta al mondiale, dove ha ora 4 punti di vantaggio.
MotoGP, è Marquez a ballare il tango
Dovi chiama, Marc risponde. Dopo il successo della Ducati in Qatar, lo spagnolo della Honda ha risposto per le rime e lo ha fatto alla sua maniera, trionfando in solitaria su una pista che nelle ultime due stagioni gli aveva riservato delle pesanti scottature. Marquez ha fatto gara a sé, ma dietro di lui lo spettacolo non è mancato. Alla fine, tra gli "umani", l'ha spuntata Valentino, grazie a un sorpasso su Dovizioso studiato a lungo e piazzato nel momento giusto, all'ultimo giro, quando il forlivese non aveva più armi a disposizione per restituirgli la cortesia. Una grande soddisfazione per Vale, che a 40 anni torna a mettere la sua M1 sul podio, a quasi 9 mesi di distanza dall'ultima volta (Sachsenring 2018). Il ducatista ha conquistato un podio prezioso in ottica iridata, ma sicuramente lascerà l'Argentina con sensazioni diverse da quelle di Losail, visto il pesante distacco accusato dal rivale mondiale.
Altra domenica da dimenticare per Maverick Vinales: lo spagnolo della Yamaha è partito malissimo, è rimasto a lungo invischiato a centro gruppo ed è emerso solo nei giri finali, quando però è finito a terra vittima di un contatto con la M1 del team Petronas di Morbidelli. Un peccato anche per l'italo-brasiliano, autore di una gara brillantissima, rovinata da un errore nel finale che gli è anche costato una brutta botta.
In top 10 hanno chiuso anche Nakagami con la Honda LCR, Quartararo con l'altra Yamaha del team malese e i fratelli Espargaro, rispettivamente con Aprilia e KTM. Solamente 12° Jorge Lorenzo, ancora tutt'altro che a suo agio sulla Honda, seguito da Crutchlow, vittima di una penalità (ride through) per una partenza anticipata molto discutibile. Disastrosa la gara di Andrea Iannone, che non è riuscito a schiodarsi dall'ultima casella di partenza: il processo di adattamento all'Aprilia sembra ancora tutto in salita per l'abruzzese.