C'è un sogno che il tifoso romanista si augura diventi realtà: Francesco Totti presidente, Daniele De Rossi allenatore. Poi, una volta sveglio, gli tocca fare i conti con un avvilente settimo posto in classifica e un futuro avvolto da un fumo denso e impenetrabile. Rifondazione è la parola più in voga a Trigoria e dintorni dopo il passaggio all'Olimpico del Napoli che ha trasformato i cocci di una squadra già spezzettata in polvere finissima.
A chi sarà demandata (questa rifondazione) non è ancora dato sapere e il lavoro che attende il restauratore sarà comunque di rara complessità. La proprietà, cioè James Pallotta, tira i fili dalla costa est americana in stretto collegamento col consulente esterno Franco Baldini mentre a Roma l'anima italiana rivendica un minimo di autonomia. Con Totti in prima fila, dirigente ancora senza scrivania, a cui non dispiacerebbe capeggiare il fronte rivoluzionario.
Se guadagnerò posizioni - ha detto l'ex capitano - cambierò qualcosa che non ha funzionato e la sua idea, probabilmente, sarà quella di interagire col direttore sportivo, oggi Massara, domani chissà, mettendo mano alla prossima campagna acquisti che ha nell'empolese Bennacer il primo obiettivo. Sponsorizzato anche da De Rossi che ha visto nel franco-algerino un possibile erede. I problemi cronici al ginocchio e al polpaccio scandiscono da tempo le ultime gocce di carriera del capitano che non può che navigare a vista pensando alla prossima stagione. Il ritiro è un'opzione così come il tentativo di allungare a diciotto i campionati in serie A con la maglia giallorossa, prima di scrivere un'altra storia, da dirigente o da allenatore.
Totti presidente e De Rossi allenatore: per i tifosi della Roma non è solo un sogno
La rifondazione potrebbe presto poggiare sui due uomini simbolo della storia e del presente giallorosso
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