In occasione dei quarti di finale di Champions League la Juventus ritrova come d’incanto Cristiano Ronaldo. Questo articolo potrebbe finire qui, constatando unicamente come dalla sera dei supereroi nel ritorno degli ottavi contro l’Atletico Madrid alla mattina del grande giorno di Amsterdam (uno dei diversi luoghi che ci ha detto male nell’ultimo atto di questa competizione) sia trascorsa una sola lunghissima notte. Fine.
Se proprio vi interessa sapere come lo juventino ha vissuto questo letargo e cosa ha più temuto al risveglio, allora potete proseguire: nel primo sogno c’era Ronaldo squalificato per il gestaccio per cui usare il dispregiativo è d’uopo, ma nel calcio degli uomini veri vale la regola del do ut de e porta a casa; il secondo incubo era Ronaldo infortunato, non in allenamento ma proprio in nazionale dove non disputava una gara da nove mesi; al terzo sussulto c’era la possibile rimonta scudetto del Napoli, senza precedenti, perché in questo sport a parole non ci si arrende mai.
Il colpo letale però è l’ultimo in ordine di tempo, perché nonostante ci dicano che abbiamo un problema se Matuidi fa sceneggiate e se Calhanoglu prende un cartellino giallo a venti dal termine, contro Cagliari e Milan si infortunano irrimediabilmente Chiellini e Emre Can, due titolarissimi della volata Champions. Letale perché il risveglio è come troppi altri, con quel sapore della vigilia europea che il tifoso bianconero inizia a odiare perché in fondo ha voglia di sorprendersi - nelle difficoltà - più tifoso di prima.
Non è sadismo, non è Allegri, è la corsa verso il tetto del mondo, bellezza. Si chiama sveglia. E per primo appare il volto acqua e sapone di Daniele Rugani. Ci accompagnerà per tutta la giornata, fino a fine partita. Ma qual è esattamente la colpa dell’ex pupillo di Sarri? Le prestazioni? Un Inter-Juve di Coppa Italia terminato ai rigori? Galabinov che fa gol, come se non ci avessero mai segnato Murgia o Stepinski? Duvan Zapata?
A conti fatti è tutto sempre molto più semplice: Rugani ha la colpa di non aver potuto competere da Under 25 con Barzagli, Bonucci, Chiellini e Benatia. E d’un tratto il romanzo del calcio gli fornisce un faccia a faccia mondiale (anzi due, se Chiellini come pare non recupera per il ritorno) con il difensore più iconico del calciomercato: Mathijs de Ligt, di cinque anni più giovane di Rugani che per noi è ancora troppo giovane.
La colpa di cui sopra costringe a oggi il bianconero a soli 383 minuti nelle competizioni internazionali al suo quarto anno di Juve. De Ligt, classe 1999, ne ha collezionati più di 3.500. Chissà se l’olandese potrebbe competere davvero con Bonucci, Chiellini, Piqué e Sergio Ramos. Attenzione però, perché il romanzo della Juve non finisce mai. Rugani deve iniziare a ripeterlo ad alta voce, oltre che contribuire a scriverlo. Buona lettura. E buona partita a juventini e non (tanto si decide tutto tra sei giorni).