Da giornalista a... pilota, Ronny Mengo ha provato la DS Formula E: "Pazzesca"

Il nostro commentatore si è calato nell'abitacolo di Lotterer e ci racconta come è andata

Ti arrampichi sull'halo e scivoli dentro. Stendi le gambe, incastri (a stento) il sedere, attacchi le spalle tipo Playmobil al sedile, stack, e già il principio di sorriso iniziale cresce e cresce. È la DS Techeetah di Andre Lotterer, cucita su di lui, che non è tanto più basso di me, ma evidentemente è più vitino da vespa. Già che gli ingegneri ti dicano, ti chiedano, ti spieghino è una figata che levati, poi si va. Giù il freno, paddle centrale destro dietro al volante per metterla in drive, sfiori l'acceleratore, si muove.

Iniziamo da sta balla del rumore che non c'è. Il sibilo è costante, direttamente proporzionale alla velocità. È un millesimato di futuro, un po' Star Wars un po' caccia F35. L' accelerazione è la prima cosa che il sorriso - sotto il casco (di Lotterer) - te lo spalanca definitivamente. Scaldi i freni, la temperatura lì sul dash deve andare sù per bene sennò alla prima staccata ciao, zigazaghi un po' per imitare i piloti, dici due robe via radio per darti un tono. È un kart gigante. Due pedali, monomarcia, scattosa, pronta. Non vedi la fine del muso, hai un vaga idea delle proporzioni. Senti le gomme che miagolano, i cordoli che rimbombano ta-ta-ta-tah, questo sì per i decibel diversi dal motorsport tradizionale. Ma qui di tradizionale non c'è niente. E allora proviamo il rigen, lo stesso paddle di prima. Alzi il piede dal "gas", rigeneri, lei rallenta, un freno motore molto forte.

Moduli, sperimenti. Pensi a quei sacramenti dei piloti che in piena bagarre devono pure rigenerare, essere lucidi, ragionare. Mentre quell'altro ti sportella, in radio ti parlano, provi l'attacco... Mah. E sì che il loro rigen è molto più invasivo, mi spiegano, e sì che il loro setup è molto più cattivo. Noi siamo in modalità gara, 200 kw. Più che sufficiente per arrivare a un certo punto alla certezza di avere tutto sotto controllo e spingere, che di solito è l'esatto mometo in cui fai la cazzata. No, miracolosamente fila tutto liscio. Urli di gioia, ridi, sbraiti e il tutto andrà dentro un pezzo tv nei prossimi giorni. Provi la partenza: paddle in basso a sinistra, acceleratore tutto giù, lasci il paddle: un razzo. Un calcio di collo pieno in centro alla schiena. Sbam. Una maledettissima fionda. Una figata pazzesca. 3,5 secondi da zero a cento: ho provato di peggio.

Poi via, sui binari, pesante ma divertente. Strano l'halo lì davanti, ma dopo tre curve te ne dimentichi. Classico pestone (di sinistro) al freno e lei si artiglia all'asfalto, molli, ti butti dentro, sta, fila, va. Un po' di lift and coast, la lasci andare libera, in piena inerzia, giusto per provare tutto. Il bottone dell'Attack Mode non è attivo purtroppo. Ce l'avevano detto, spipoliamo lo stesso mentre nessuno ci vede, ma niente. Vabbè, già un luna park così. Rendi, scendi, la guardi. Sospiri. Un occhio alla telemetria. Il mio ing è quello di Vergne. Campione del mondo. Per dire di come è strana la vita. Dopo la rockstar e il giornalista, il pilota deve essere proprio il mestiere più bello del pianeta. Anche solo dopo la rockstar.

Sportmediaset in pista con la Formula E: Ronny Mengo ha provato la DS Techeetah

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