La Juve fa pari con gol in casa dello spauracchio della Champions league 2019 e c’è chi sta a sofisticare quando mancano quattro partite a chiunque solleverà l’ambito trofeo. La morale non è tanto che Cristiano Ronaldo segna quando conta e nei momenti in cui serve (agli atti c’è un solo tiro verso la porta di Onana da parte dell’asso portoghese in 94 minuti di gioco, mica male). La morale è piuttosto che l’Ajax ha provato a mettere in campo tutte le sue armi migliori, convinto che questa fosse la partita giusta al momento giusto, e anche contro l’avversario giusto al momento giusto: almeno due titolari della Juventus erano indisponibili, Ronaldo veniva da 13 giorni di mancati allenamenti sul campo, tra centrocampo e difesa sostanzialmente Allegri non aveva cambi significativi per poter mutare radicalmente il piano partita.
Eppure, eppure, eppure i lancieri hanno creato imbarazzi a Bonucci e compagni unicamente con azioni rugbistiche orizzontali nello stretto, quindi difficili da eseguire. Così come la Juve ha forzato da subito bene centralmente, ma Bernardeschi e Bentancur non sono ancora Baggio e Zidane.
Ecco perché ne è venuto fuori un 1-1 (botta-thé-risposta) che è a conti fatti uno strepitoso silent-check da parte dei bianconeri, certamente migliore del controllo via cuffia tra arbitro e varista in occasione della prolungata trattenuta ai danni di Bentancur in area di rigore. Se abbiamo imparato a conoscere Massimiliano Allegri in questi cinque anni di Juve, il perché è anche semplice da capire.
Gara rischiosa: diminuire al massimo i rischi. Gara non decisiva: usare la testa, osservare e agire di conseguenza. Gara nella gara: sfruttare al massimo gli ultimi 20 minuti. Ne sa qualcosa Douglas Costa e quel palo alla sinistra del loro portiere. In tutta sincerità non riesco a dar ragione a quei colleghi che hanno parlato - poco dopo il termine della mia diretta tv - di una lezione di calcio da parte dei padroni di casa ai danni della controfavorita per la vittoria finale (ma la favorita non era il Manchester City? perché adesso è il Barcellona? facile così...).
Le questioni di campo, per chi conosce bene la natura della Juventus, si sono ridotte a cercare di capire il reale momento di Mario Mandzukic, di capire se l’errore tecnico di Cancelo in occasione del pareggio lo avrebbe potuto fare anche De Sciglio, nonché l’assenza geometrica nel palleggio di Miralem Pjanic, uno da cui dipende direttamente la squadra in termini di stretta prestazione. Il risultato è buonissimo, conforme a quanto visto, a quanto rischiato e a quanto dal nulla generato.
Ovvero lo specchio del calcio di Allegri quando la squadra non è costretta all’angolo. E all’angolo è sempre meglio non esserci, per questo se si può dire che adesso abbiamo il 75% di possibilità di passare alle semifinali allora si può dire che martedì notte, comunque vada, di questa partita alla Johann Cruijff Arena non si ricorderà più nessuno. A parte forse Rugani e De Ligt, che a pensarci bene sono due che un giorno sarebbe anche interessante vedere insieme. Ma al calciomercato, per altri sei giorni, non ci pensiamo neanche ci accostassero il prossimo Cristiano Ronaldo. Ah, cosa dite? L’hanno già fatto??