Che delle volte, perdindirindina, ti fai delle domande mentre li vedi giocare. O, meglio, ti chiedi come sia possibile che una squadra totalmente padrona del gioco, del campo, dell’inerzia di una gara che sembra non avere più nulla da dire dopo i primi quarantacinque minuti, riesca incredibilmente a dare una mano all’avversario di turno fino a riportarlo in pieno clima agonistico senza nemmeno comprendere perché. E una volta c’è l’errore di tizio, e una volta di caio, e una di sempronio. Insomma, sembra sempre che i giocatori nerazzurri debbano complicarsi la vita laddove di complicato non c’è davvero nulla. Alla fine, comunque, contavano i tre punti. Che sono arrivati, in una maniera o nell’altra.
Una delle cose negative che ho notato, ieri sera come in molte occasioni, è l’incapacità di rientrare nella partita all’inizio del secondo tempo; quasi come se tutti restassero coi loro pensieri nello spogliatoio. È un atteggiamento sul quale Spalletti dovrebbe lavorare, almeno credo; ma, evidentemente, il tecnico di Certaldo non ha da obbiettare a riguardo. Del resto siamo terzi e con un discreto gruzzoletto di punti di vantaggio sulle inseguitrici, perciò ha sicuramente ragione.
In una serata di enorme fatica - onestamente l’Inter non ha meritato di vincere, ha stra-meritato – il fattaccio imbarazzante è la barzelletta del calcio di rigore battuto da Perisic – gol a parte autore di una prestazione di basso livello -. Perché sul web ho notato una parte del tifo nerazzurro inalberarsi; i rigori, sta scritto non si sa dove, può e deve tirarli solo Icardi. Non importa se i due si sono parlati in campo. Non importa se dopo la trasformazione Mauro è stato il primo a complimentarsi col croato. No. C’è un complotto, aiuto, non si capisce bene per quale motivo, ai danni del centravanti argentino. Con regista occulto Spalletti, ovvio.
Ecco, sarebbe ora di smetterla; il bene comune è e deve essere, fino al 26 maggio, esclusivamente l’Inter. Non i suoi calciatori. L’Inter. Punto. Dopo quella data, dopo che verrà deciso il futuro europeo della prossima stagione, allora e solo allora la Società, non i tifosi, deciderà cosa fare e come farlo. Questa storia del io sto con Icardi e io no deve finire. Icardi è tornato in campo, fa parte della rosa nerazzurra e deve, da professionista ben remunerato dalla proprietà, dare tutto ciò che è nelle sue corde per portare l’Inter il più in alto possibile.
Io rivorrei la Champions, è questo il mio pensiero. Prima di tutto i colori. Gli uomini, sappiatelo, passano. Alla prossima.