L'urlo di Arkadiusz Milik carica il Napoli in vista dell'Arsenal. 17 gol in 29 presenze in serie A, 20 reti complessive tra campionato e coppe (14 presenze, 3 gol), con una particolarità: 6 centri da fuori area. Quest'ultimo un dato unico nel suo genere, che lo rende di fatto leader della speciale classifica in serie A. L'attaccante polacco, inoltre, a caldo dopo la vittoria degli azzurri sul Chievo, è stato definitivamente incoronato "bomber" anche dalle parole proferite da Carlo Ancelotti: "Con questi numeri nessuno parlerà più, nella prossima finestra di mercato, della necessità di prendere un attaccante per il Napoli, com'è accaduto la scorsa estate". Chissà.
Personalmente resto ancora con qualche perplessità. Certo è che bisogna fare una scelta, in tal senso, perché Milik può essere considerato anche una seconda punta, tant’è che si integra molto bene nella sua Nazionale, proprio in questo ruolo, con le caratteristiche di un bomber d’area di rigore come Lewandowski. A dirla tutta lo vedrei bene anche in coppia con Piatek, che può sembrare simile al numero 99 del Napoli ma, a mio avviso, ha movimenti diversi in canna nel suo repertorio. Se da un lato Milik rappresenta un dato concreto nelle mani dell’allenatore, da valutare e considerare, anche per capire se può bastare da solo, o se va integrato a dovere, per provare a ridurre il gap dalla Juventus, il contorno inizia a delinearsi.
Mertens ha raggiunto le 200 presenze in massima serie, Callejon la 200.ma da titolare in maglia azzurra, e poi c’è Insigne. All’occhio più attento non sarà sfuggito l’utilizzo da esterno sinistro, nel match contro il Chievo, del capitano del Napoli. Un po’ in stile Benitez, con il compito di andare a prendersi il pallone nella zona bassa del campo per favorire la costruzione del gioco. Potrebbe essere questa la chiave di volta vincente, unitamente alla caparbietà tattica dello spagnolo che, insieme a Ghoulam (apparso ancora in fase di rodaggio), può rappresentare un’arma in più per le soluzioni offensive del Napoli. Le studia tutte “Don Carletto”, consapevole che l’inedito disegno tattico può regalare sorpresa nelle teste degli avversari e nuove conclusioni nei piedi degli attaccanti partenopei. Che sia stata un’anticipazione del Napoli che sarà, o una semplice variante da utilizzare a gara in corso, magari anche contro l’Arsenal, solo il tempo ce lo dirà.
Nel frattempo, con i 3 sigilli rifilati al Chievo, è arrivata la tanto attesa iniezione di fiducia nella testa dei giocatori. “Comunque vada, sarà un successo”, intonava Piero Chiambretti nelle prime battute delle serate del Festival di Sanremo 1997. Il concetto è valido. Basta uscire dal campo a testa alta, cancellando definitivamente dalle menti di tutti il ricordo dell’Emirates.