Cari juventini, intanto festeggiamo lo "scudotto". Poi si vedrà...

Quello che verrà dopo dipenderà molto anche dal nome del possibile sostituto di Allegri sulla panchina bianconera

Ci sarà modo per interrogarsi sul futuro della Juventus e per dare un voto finale complessivo alla stagione. Non è ancora tempo di bilanci. Il contraccolpo psicologico subito per via dell’eliminazione in Champions League è ancora molto forte ma bisogna ripartire subito. E’ tempo di festeggiare lo “scudotto”, l’ottavo scudetto consecutivo dell’era Andrea Agnelli.

E visto che sono già due i match-ball non sfruttati a dovere, sprecarne un altro (dopo le 2 sconfitte consecutive per 2 reti ad 1 contro Spal e soprattutto Ajax) sarebbe davvero masochista e deleterio, non solo per l’umore dell’ambiente. La Fiorentina, da sempre “nemica” storica della Juventus, proverà in tutti i modi a mettere i bastoni tra le ruote della squadra bianconera. Su questo non abbiamo dubbio alcuno. D’altronde potrebbe essere il loro modo di “salvare” la stagione e fare il regalo di Pasqua al popolo viola atavicamente ostile ai colori bianconeri e a tutto quello che gli ruota intorno. Ci sarà Cristiano Ronaldo (che a questo punto potrebbe anche puntare a vincere il titolo di capocannoniere del torneo come ultimo stimolo di stagione) e tutti i titolari in condizione della formazione juventina. D’altronde senza più la Champions League all’orizzonte non avrebbe più senso fare turnover da qui alla fine. Niente rincalzi ne giovani millenials di passaggio. In campo i migliori.

Siamo, sono curioso di vedere come il popolo bianconero accoglierà Allegri, da tutti indicato come il responsabile dell’eliminazione europea della Juventus quasi al pari dei preparatori e dello staff della rosa che non è riuscito a preservare la migliore condizione fisica dei giocatori nel momento decisivo della stagione. Può piacere o meno il tecnico toscano ma cinque scudetti consecutivi gli valgono perlomeno l’immunità da fischi e critiche in una giornata di festa. Non avrebbe proprio senso e sarebbe ingeneroso e di cattivo gusto il contrario. Quanto scritto l’altro giorno mi ha portato tantissimi elogi ma anche qualche critica di presunta irriconoscenza. Non cambio ovviamente idea, ci mancherebbe, non ho niente di personale verso il Mister ma voglio integrare il concetto espresso.

Ritengo il ciclo di Allegri sulla panchina della Juventus terminato ma non pretendo un cambiamento a prescindere. Intanto si pensi solo a festeggiare perché uno scudetto è pur sempre uno scudetto anche se questo è il più scontato di sempre, vinto praticamente in ciabatte e vestaglia senza adrenalina alcuna. Quello che poi verrà dopo dipenderà molto anche dal nome del possibile sostituto del tecnico toscano sulla panchina bianconera. Finanche il rapporto tra la Juventus e Allegri si stia ormai trascinando ben oltre la reale volontà di entrambi di continuare insieme, non è detto che a fine stagione le strade si separino. Cambiare tanto per cambiare, ribadisco, non avrebbe senso. Per fare l’ulteriore upgrade, dopo l’aumento di fatturato degli ultimi anni e l’approdo in Italia in maglia bianconera del giocatore più forte e decisivo al mondo, adesso sarebbe (è) arrivato il momento di puntare su un allenatore di stampo internazionale. Qualcuno con un’idea di calcio propositiva ben chiara e non di certo conservativa e magari anche già abituato a vincere e fare bene nelle competizioni europee. I nomi però sono sempre gli stessi, difficili da spostare, e se da qui all’inizio del mercato estivo non dovessero esserci i presupposti per ingaggiarne alcuno forse il male minore sarà quello di continuare ancora per un anno con Allegri in panchina.

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