Cinque sagre di paese e il mercato che passa da Can e Kean

Dal loro status in organico passa il grosso delle scelte chiave del mercato che Paratici sta impostando...

L’Inter e il derby sono ancora qualcosa per cui ha senso vivere? Me lo chiedo davvero, a fronte di qualsiasi possa essere io risultato delle due partite a cui Allegri eviterebbe di sottoporre la Juventus che tanto di esperimenti ha infarcito il suo percorso, nascosti qua e là, sempre di più a partire dal secondo anno. Lui non li chiamerebbe mai così - esperimenti - piuttosto intuizioni dalla logica semplice e dalla decrittazione complessa, sovente isolati e altrettanto sovente neppure spiegati.

Allegri ama vestire l’aura dell’improvvisatore, ma ha la forza di mettere in conto che a volte le idee possano non funzionare. Uno degli ultimi casi in ordine di tempo è stato l’impiego di Alex Sandro centrale difensivo contro il Milan, durato giusto il tempo del primo spavento. Me lo chiedo perché ricordo perfettamante la cornice da sagra di paese che ha fatto seguito sia a un Inter-Juve decisa da Morata con l’occhiale Baywatch (in coabitazione con Handanovic) sia a una stracittadina persa dopo oltre vent’anni di imbattibilità con i gol di Quagliarella e Darmian.

E quando gli si chiede di esperimenti propedeutici per questa cosa di campionato, il mister risponde di sì perché non è mai troppo tardi e non è mai bello far intendere che la stagione è finita con un mese di anticipo grazie a un autogol. Lo juventino è già con la testa al 26 agosto, oggi ha smesso di farsi domande tipo: Spinazzola è quarto basso? Cancelo è davvero il nuovo Dani Alves o gli si deve chiedere semplicemente di fare le cose che faceva Camoranesi? Kean punta esterna a rimorchio è solo nella testa di Mancini? Bentancur è un dinamico o un tessitore? Pjanic mezz’ala di possesso mai più nella vita? Si guarderà unicamente, ancora una volta, al risultato. L’allegrista per sentirsi più bravo in tutto del contiano, il giornalista per osare di capire chi sta ancora con il tecnico e chi no.

E qui si apre il fronte dei presunti scontenti, che meriterebbe un articolo a parte, con introduzione a cura di Paulo Dybala. Personalmente, guarderò Emre Can e Moise Kean. Dal loro status in organico passa il grosso delle scelte chiave del mercato che Paratici sta impostando, ovvero il centrocampista giusto e il centravanti giusto. Del difensore già si sa, un grosso calibro viene ritenuto la vera priorità.

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