Ancelotti e Napoli, un rapporto da rinsaldare. Quello striscione apparso lunedì in Curva B “Sarri uno di noi” ha avuto un sapore dal gusto amaro per l’attuale coach, apprezzato finora per la sua capacità di integrazione nel tessuto connettivo della città: dopo Benitez, anche Ancelotti ha voluto vivere la quotidianità di una città che respira pallone. Ma fino ma questo momento non è riuscito a recidere il filo che tiene unito il tifo con il Comandante, ripudiato da quelli che non hanno apprezzato la sua fuga a Londra, ma resta sempre amato dalla quasi totalità della folla partenopea.
Cosa dovrà fare Ancelotti per appropriarsi di un posto nel cuore dei napoletani? Quest’anno, purtroppo, solo la conferma del secondo posto: l’eventuale e non auspicabile rimonta dell’Inter come vice Juventus, provocherebbe uno strappo ancora più profondo nei rapporti, oggi non più entusiastici, come all’annuncio del suo arrivo sulla panchina del Napoli.
Cosa dovrà fare allora Ancelotti? Ora il pubblico si aspetta che, così come fece Benitez, si faccia prendere da De Laurentiis quei rinforzi che permettano al Napoli di fare il salto di qualità. I nomi più celebrati sono quelli di Mariano Diaz, attaccante del Real Madrid, Ciro Immobile bomber della Lazio, il centrocampista Valverde del Real e Lozano, esterno rapidissimo del Psv.
Loro e non solo loro per rifondare la squadra che la prossima estate chiuderà definitivamente quel ciclo aperto con Sarri in panchina. Saranno 6 o 7 i calciatori attuali che saranno ceduti, per permettere ad Ancelotti di plasmare come lui preferisce una squadra ex novo e non più figlia del triennio sarriano. Soltanto in quel momento, con l’addio dei tanti senatori e la ristrutturazione globale dell’organico, si potrà valutare la capacità di don Carlo di incidere sulla squadra da allenatore di esperienza. D’altra parte, De Laurentiis lo aveva ingaggiato proprio per questa ragione.