Lautaro Martinez si gode il suo primo Inter-Juve da protagonista, ma la sfida con i neo campioni è solo un antipasto di quello che verrà. "Vedendo i punti, si direbbe che la differenza è grande. Ne siamo coscienti, ma nel prossimo torneo dobbiamo cambiare questa cosa. Siamo un grande club, è obbligatorio farlo. Il mio grande sogno è vincere un campionato con l’Inter. Ma per riuscirci non basta parlarne. E' necessario convincersene tutti psicologicamente: i tifosi, i dirigenti e noi giocatori", ha detto alla Gazzetta dello Sport.
Parole che confermano l'intenzione del "Toro" di rimanere in nerazzurro dopo un difficile inizio di stagione. "Arrivavo dal Racing dove giocavo sempre, qui avevo davanti un monumento interista come Icardi, capitano, capocannoniere. Sapevo che sarebbe stato difficile giocare, lui non sarebbe mai uscito: o l’uno o l’altro, insieme mai. Così pensavo all’Argentina, alle occasioni sprecate, a un mucchio di cose. Ma parlando con la mia famiglia non è mai mancata la fiducia", ha spiegato.
Alla fine il bilancio è positivo: "Ho messo insieme tanti minuti, sono contento. In precampionato ho giocato e segnato tanto, poi mi è toccato andare in panchina e alla fine per quello che è successo a un compagno sono diventato titolare. E poi ho segnato nel derby...".
Già, Icardi: "Gli ho sempre ribadito quanto fosse importante per la squadra, però gli ho anche detto che i problemi che c’erano tra i dirigenti e la sua moglie e agente andavano risolti direttamente da loro. E che noi come squadra non dovevamo essere coinvolti, non eravamo parti in causa, eravamo ai margini. Siamo coscienti che lottiamo per un solo posto: fuori ci troviamo bene insieme, in allenamento poi ognuno fa il suo".
Martinez veste la maglia numero 10 come Dybala, che a San Siro, però, non ci sarà. "Paulo è un giocatore di grande livello, con cui uno vorrebbe giocare sempre, perché ti aiuta a migliorare o a segnare di più. Poi io sul suo futuro non posso dire niente...".
E allora sotto con Cristiano Ronaldo: "Cosa gli ruberei? Il colpo di testa: su corner o su punizione lui sa attaccare il pallone. E quasi sempre ci riesce. Ha tante armi, ma questa è una delle più pericolose".