Trofeo Mezzalama, la più dura di sempre anche senza i suoi quattromila: trionfa l'Esercito

Sui ghiacciai del Monte Rosa un'edizione "epica" della grande classica dello scialpinismo

Non ha toccato i tre “quattromila” previsti dal percorso originale ma il Trofeo Mezzalama 2019 ha ugualmente raggiunto vertici di grande spettacolarità ed intensità, nel corso di un’edizione – la ventiduesima della grande classica dello scialpinismo – al termine della quale, insieme alle cordate protagoniste della gara, è giusto celebrare anche organizzatori e volontari che ne hanno reso possibile lo svolgimento.

La “Maratona Bianca” sul Monte Rosa è andata infatti in scena in condizioni particolarissime, a tratti addirittura proibitive. Vento sferzante, temperature polari, visibilità ridotta da nebbia e nevischio che hanno imperversato lungo ampi settori del tracciato e soprattutto nel lungo falsopiano glaciale alla base del Breithorn, creando le premesse per una tra le edizioni più dure nella storia “moderna” del Mezzalama. Adriano Favre ed il suoi collaboratori hanno come detto dovuto operare tagli drastici all’itinerario, escludendo a malincuore (ma necessariamente) i passaggi oltre i quattromila metri in vetta al Castore (4126 metri), al Naso del Lyskamm (4272) e sui 4177 metri di quota della Roccia della Scoperta (quest’ultima la grande novità del 2019), che sono stati contornati a quote più basse. Le modifiche imposte dal meteo non hanno però tolto spessore alla performance degli atleti (il dislivello positivo di 3400 metri è sostanzialmente risultato identico a quello del tracciato “full size”), chiamati ad affrontare comunque condizioni a tratti estreme, potendo comunque farlo in piena sicurezza, proprio grazie al lavoro profuso dalla direzione tecnica della corsa, dalle guide alpine e dai volontari al lavoro lungo l’itinerario nelle ore immediatamente precedenti il via ancora prima dell’alba da Cervinia e addirittura … in corso d’opera.

Un’impresa di grande rilievo, se si pensa alla necessità di “gestire” oltre ottocento atleti provenienti da diciotto nazioni lungo un itinerario d’alta quota. Per primi sul traguardo di Gressoney (togliendo gli sci al termine delle ultime lingue di neve, praticamente all’ultimo chilometro …) si sono presentati dopo quattro ore, quarantacinque minuti e trenta secondi di gara i superfavoriti della vigilia, vale a dire gli alpini Michele Boscacci, Robert Antonioli e Matteo Eydallin del CS Esercito ma il loro successo è stato messo in dubbio fin quasi sul traguardo dagli svizzeri Werner Marti, Martin Anthametten e dal bergamasco William Boffelli, staccati di soli due minuti e 51 secondi sul secondo gradino di un podio completato da Kilian Jornet e dagli austriaci Jakob Herrman ed Armin Hoefl, ad un ulteriore minuto di distacco.

A King Kilian insomma il cambio di squadra non ha giovato, visto che sono stati proprio gli elvetici Marti ed Anthamatten (con il quale il fuoriclasse catalano era arrivato secondo nel Mezzalama 2017) ed il nostro Boffelli (che ne ha preso il posto nel Team ATK, migliorando il terzo posto di due anni fa) a precedere sul traguardo la cordata “Kilian and the Austrians”. Tornando ai vincitori, se per Antonioli si tratta del primo successo al Mezzalama, Boscacci centra la sua terza affermazione (dopo quelle del 2015 e del 2017) mentre Eydallin fa addrittura cinquina, essendosi già imposto nelle edizioni 2009, 2013, 2015 e 2017!). Anche tra le ragazze pronostico rispettato per le grandi favorite della vigilia.

Difficilmente avrebbe potuto finire diversamente, visto il mix esplosivo di talento, carica agonistica ed esperienza alla base della cordata composta da Alba De Silvestro, Lorna Bonnel ed Axelle Mollaret (l’unica delle tre ad essersi già imposta, nel 2015), che hanno chiuso il Mezzalama appena al di sotto delle sei ore di gara (05h59’43”), a ad un’ora e 14 minuti dal trio maschile dell’Esercito ed in undicesima posizione assoluta! Per il trio italo-francese delle ragazze straordinarie (e, al maschile, per Boscacci-Antonioli-Eydallin) oltre alla soddisfazione della vittoria al Mezzalama, anche il titolo LGC World Championship che arriva a sigillo della prima parte della Grande Course 2019-2020, il circuito biennalr che riunisce sei grandi classiche dello scialpinismo sulle lunghe distanze e che vivrà appunto il suo “girone di ritorno “ la prossima primavera prima sui Pirenei (con la gara di Altitoy) e poi sulle Alpi Occidentali con il Tour du Rutor Extreme in Valle d’Aosta e la Patrouille des Glaciers in Svizzera. Da ricordare infine il successo di Fabien e Sebastien Guichiardaz nel Mezzalama Jeunes che si è corso alla vigilia della gara principale sul tratto finale della stessa. Meritatissimo trionfo per i due gemelli di Cogne, cosiccome per Beatrice Bastrentaz ed Amalia Laurent tra le ragazze.

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