Juventus, Bonucci racconta il passaggio al Milan: "Non ero lucido"

Il difensore bianconero ospite della Carrà: "Poi ho avuto la possibilità e la fortuna di tornare"

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Due estati fa il suo passaggio dalla Juventus al Milan fece tantissimo rumore e oggi Leonardo Bonucci è tornato a parlarne nella trasmissione 'A raccontare comincia tu' condotta da Raffaella Carrà. Durante la lunga intervista il difensore bianconero ha toccato diversi argomenti, dalla malattia del figlio Matteo ("Mai avremmo pensato di dover affrontare una situazione del genere. Purtroppo la persona in pericolo di vita era nostro figlio di due anni. All’improvviso è crollato tutto"), al rapporto con Antonio Conte ("È stato fondamentale per la mia crescita e per diventare un giocatore internazionale"), fino appunto al trasferimento a Milano dell'estate 2017: "Non ne potevo più e sentivo che mancava qualcosa. Poi col passare del tempo ho capito che in quel momento la mia lucidità non era al 100%".

"La lite con Allegri? Noi venivamo dall'esperienza di Matteo - ha spiegato Bonucci - è stato un anno intenso e ho vissuto delle cose contro di me. Non ne potevo più e sentivo che mancava qualcosa. Poi ho capito che non ero lucido al 100%. L'anno al Milan mi ha fatto crescere, poi ho avuto la fortuna di potere tornare".

Continuando a parlare di campo poi il difensore ha voluto ringraziare pubblicamente Conte ("Mi ha dato un modo nuovo di interpretare la partita") e ha raccontato meglio il suo rapporto con Allegri: "Ci sono quasi sempre delle correzioni tattiche che poi ci permettono di andare più forte, poi ci sono stati dei momenti in cui è volata la lavagna"

"Prima che come calciatore devi essere bravo come uomo, devi sapere quali sono i tuoi doveri e quando diventi un personaggio pubblico devi sapere stare al mondo" ha aggiunto Bonucci prima di parlare della malattia che ha colpito suo figlio: "Aveva due anni, eravamo in vacanza e lui era in pericolo di vita vero. Siamo rientrati a Torino e ci hanno detto che non si poteva aspettare".

Il difensore ha parlato anche delle offese ricevute via social in quel periodo: "Quello che mi è dispiaciuto è che a offendermi fossero soprattutto ragazzini di 12-14 anni. Se basta un trasferimento per questo, non oso immaginare cosa può succedere ai nostri figli fuori".