L'opposizione concettuale tra Nedved e Allegri

E' il primo segnale vero che promette qualcosa di significativo in vista della resa dei conti di mercoledì

Dell'ormai tradizionale trasferta romana di fine campionato si sapeva che sarebbe rimasto poco o nulla. Il nulla equivale ai passi in avanti dei segugi alle calcagna di Massimiliano Allegri e del suo futuro prossimo, eccitati dagli aromi trasmessi da un Pavel Nedved leggermente, ma proprio leggermente, fuori dal coro udito pubblicamente dal 16 aprile scorso. Il poco è nelle spavalde emozioni che questa Juve riesce a trasmettere quando è disperata oppure quando prova a divertirsi, anche se in genere ci riesce non più di mezz'ora, ossia in situazioni emotivamente estreme che nel calcio dei soldati e dei risultati sono l'eccezione e non la regola. Uno spaccato di primo tempo in fondo è stato questo, il resto poltiglia per chi redige le tabelle per la qualificazione Champions (a questo proposito segnalo che all'Atalanta, come intento, verrà riservato ben altro trattamento).

A proposito di spavalde emozioni: raramente in Serie A si è assistito a un duello in cui due calciatori si saltano sistematicamente a vicenda per quasi un tempo come accaduto a Cuadrado e Kolarov. L'ho trovato divertente e mi si è accesa una luce lungimirante, pur consapevole il momento della stagione era come assistere a un incontro di wrestling. Entertainment fin che è ne è valsa la pena, poi ho riacceso al gol di Dzeko. Il poco di interessante ha riguardato invece l'opposizione concettuale - che per lo meno è arrivata così a chi li ha ascoltati a distanza di due ore l’uno dall'altro - esposta dal vicepresidente Pavel Nedved e dal tecnico Massimiliano Allegri.

Da un lato la rivendicazione di un organico di assoluto livello, responsabilizzando così al massimo l'allenatore che da tempo prende le distanze più o meno esplicitamente circa diverse individualità senza rendersi conto (facciamo finta che non se ne renda conto) che muove una velata critica a chi questi calciatori li ha scelti. Dall'altro lato appunto Allegri che spiega la disponibilità a un cambiamento (di gioco?) a fronte di una cambiamento (di giocatori?) dando la sensazione di voler tenere due gambe dentro la Juve a suon di messaggi che nascondo probabilmente altri messaggi dei quali Nedved è uno dei destinatari. E' il primo segnale vero che promette qualcosa di significativo in vista della resa dei conti di mercoledì prossimo, nella quale Agnelli dobbiamo immaginarlo per quello che è: un grande decisionista capace di calcolare prima le esatte conseguenze.

Notizie del Giorno
TENNIS

Jannik con i piedi per terra: "Giocato bene i punti importanti, spero di ripetermi con Medvedev"

SERIE B, GIUDICE SPORTIVO: 7 SQUALIFICATI PER UN TURNO

NUOVO ALLENATORE

Roma, casting quasi finito: scatto Ranieri, vola a Londra per vedere i Friedkin

RUGBY, SEVENS CHALLENGER SERIES: ARBITRI BENVENUTI E ROSELLA NEI PANEL

TENNIS, ATP FINALS: SINNER IN CAMPO GIOVEDÌ SERA CON MEDVEDEV

TENNIS

Sinner batte Fritz e vola in vetta al gruppo Nastase, ma non è ancora semifinale