E' la prima richiesta che viene fatta ai giocatori dai tifosi del Milan: onorare la maglia, lottare per quei due colori che indossano, che valgono più di tutto. Due su tutti gli uomini da cui prendere esempio in questo senso, il primo: Fabio Borini. Circondato da dubbi e scetticismo dovuti a una serie di fattori, dagli esagerati 2,5 milioni di stipendio (effettivamente...) all'etichetta di "Mirabelliano", passando per le doti tecniche non raffinatissime, è riuscito pian piano a farsi apprezzare.
In questo Milan dove quando il gioco si fa duro in troppi iniziano a NON giocare, in una squadra dove in battaglia gli uomini di maggiore qualità si eclissano, è stato proprio Borini a buttare il "sangue", nel vero senso della parola. L'immagine stoica post Milan-Bologna con tanto di sangue dal naso e la frase "questo è quello che deve succedere ad ogni partita, deve uscire il sangue per vincere le partite..." ha conquistato anche il tifoso più scettico. Borini è questo: duttilità e sacrificio, non un titolarissimo, non un talento, ma un lottatore che non si risparmia mai. Non vuol essere questo editoriale un'ode a Borini ma piuttosto al "Borinismo", un dar merito a chi solitamente ha ricevuto - probabilmente non per colpa sua - più critiche del dovuto, ma mai ha esitato a buttare il cuore oltre all'ostacolo, spesso sacrificandosi in un ruolo non suo. Prima di additarmi, non fraintendetemi: non sto dicendo che il Milan del futuro debba puntare su Borini, ma che in questo momento, in questa situazione di trincea è stato un plus per la squadra e per il mister.
La seconda citazione va ad un giocatore spesso criticato, ma che in questa stagione, zitto zitto, ha dato lezione di "professionismo" allo stato puro: Ignazio Abate. Ogni qualvolta è stato chiamato in causa ha offerto prestazioni più che buone, convincendo anche nell'inedita veste di difensore centrale. Già, perchè quando gli infortuni hanno dominato in casa rossonera e Ignazio è stato richiamato in causa ha sempre risposto presente, improvvisandosi anche da centrale, con buonissimi risultati. Da aggiungere, per valutazione completa, il contratto in scadenza che con grande probabilità non sarà rinnovato; il suo impegno quindi ha - in un certo senso - un maggior valore. Quando sai che stai per lasciare la nave, non sempre sei pronto a restarci a bordo fino all'ultimo per salvarla.
In conclusione, non pensavo avrei mai scritto un editoriale simile, ma sentivo di doverlo fare. Ogni tanto certe cose vanno sottolineate, ma allo stesso tempo va anche affermato che il Milan del futuro per tornare in alto dovrà puntare su giocatori di qualità assoluta, di classe e dal piede educato, certo senza dimenticare una caratteristica fondamentale: "Los Huevos". Il carisma, diciamo.