Così non va, non può andare: tutti sul banco degli imputati

Ridotti all’ultima giornata dopo aver dilapidato un enorme vantaggio: ora si deve vincere

Non ci siamo. Incredibile come una squadra con 11 punti di vantaggio sulla quinta riesca, in un paio di mesi, a farsi risucchiare nel gruppone delle pretendenti alla zona Champions offrendo, per di più, prestazioni orribili. Forse io e Spalletti abbiamo visioni differenti quando si parla di prestazioni calcistiche; non direi forse, direi sicuramente. La politica del passettino, del pareggino, del punticino che smuove la classifica andava bene nel secolo scorso; all’appello oggi mancano proprio i punti degli scontri diretti.

La paura di giocare, la mancanza di coraggio, la prevedibilità che questa squadra offre settimanalmente non solo ai suoi tifosi ma, soprattutto, agli avversari. Il tema lo abbiamo già trattato; sta di fatto che tutti, proprio tutti, sanno esattamente cosa fare per arginare le nostre folate (è ironico, lo scrivo perché qualcuno potrebbe pensare sia serio) offensive. Eppure, nonostante fosse chiaro e conclamato come chiunque avesse scoperto il modo e la maniera di affrontarci, siamo scesi in campo sempre con la stessa idea di non gioco, sempre con un unico schema ossessivo, che gli equilibri sono il fondamento del calcio. Non mio, puntualizzo.

La partita di Napoli ci riconsegna una squadra senz’anima, senza cuore, senza voglia; troppo brutta per essere vera. Troppo brutta per credere che lo stesso spettacolo di dubbia decenza possa essere replicato, di fronte ai propri tifosi, a distanza di una settimana. L’abulia nerazzurra di domenica sera è evidente negli errori elementari dei giocatori, nel non saper chiudere un triangolo, nel non trovare il compagno libero nello spazio perché il compagno, nello spazio, non ci va, tutto preoccupato di coprire la piccola fetta di campo che poi gli altri ripartono e noi becchiamo.

Beh, ho una notizia; becchiamo lo stesso, anche restando fermi come pali del telegrafo a presidiare il pezzettino di prato verde assegnato. Questa settimana sarà difficile da gestire, le pressioni intorno alla squadra pesanti, il ricaricare le pile gettandosi alle spalle una scoppola tanto sonora avrà qualche complicazione; adesso Spalletti deve, e sottolineo deve, prendersi in spalla i suoi giocatori, proteggerli, incoraggiarli, restituire loro quell’autostima che mi sembra abbiano perso per strada, pian pianino, punto dopo punto, pareggino dopo pareggino. Affrontare l’Empoli, con tutto il rispetto possibile ed immaginabile, non è come affrontare il Liverpool; ma, se determinate condizioni non cambiano, potrebbe risultare anche peggio. Attendiamo sviluppi.

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