Ancora un po' di pazienza e si ballerà davvero. La folle settimana delle panchine, con tutti i piani alti della Serie A coinvolti, comincerà un attimo dopo il triplice fischio sul campionato in corso. Nonostante le moltissime e variegate voci delle ultime settimane, la sola certezza che tutti abbiamo è che Massimiliano Allegri non sarà più l'allenatore della Juventus. Il che, manco a dirlo, ha innescato una quantità di indiscrezioni senza precedenti. Anche qui ci spingeremmo a sostenere l'esistenza di una notizia certa: la Juve non ha ancora scelto il sostituto del tecnico "pentacampeon". Sta sondando vari profili e ha forse ottenuto il gradimento di massima di un paio di allenatori. Ma la scelta non è ancora compiuta. Il motivo è semplice: a Torino hanno puntato il mirino in altissimo. Da lì, e leggere Guardiola è solamente naturale, si scende di gradino in gradino.
Se il punto, fin qui, è stabilire un identikit, potremmo dire che ci siamo: alto profilo, possibilmente vincente, con un gioco offensivo e il più brillante possibile e, almeno come prima scelta, straniero. Sì, straniero. La Juve che vorrebbe Andrea Agnelli ha un allenatore straniero e a quelli già abbinati ai bianconeri potremmo anche aggiungerne un altro, difficile da convincere e mai nominato, che per il momento e per diversi motivi preferiamo però tenere nel cassetto. Fallisse l'assalto ai grandi tecnici stranieri, si scenderebbe di un gradino fino a Sarri e Inzaghi. Tutti sotto contratto, quindi tutti per ora non liberi di accordarsi con i bianconeri.
Chi invece ha già fatto la sua scelta è l'Inter. Marotta, e non potrebbe fare diversamente dato anche il momento delicatissimo della stagione, ha sempre difeso a spada tratta Luciano Spalletti, ma il destino del tecnico ex Roma è segnato. La settimana che verrà sarà la settimana di Antonio Conte. Dubbi zero - anche se non risulta fin qui la firma, ma sembrerebbe una formalità - e presentazione nell'aria. I nerazzurri ripartiranno da lui, meno facile da capire è da dove ripartirà Spalletti. Tecnicamente potrebbe anche fermarsi per un anno in attesa di panchine e progetti interessanti. E con lui i grandi allenatori del nostro campionato a spasso sarebbero due: Spalletti, appunto, e Allegri. Antenne alzate, minimo.
Sul cambio di panchina ha idee chiarissime anche la Roma. Ranieri ha già più volte spiegato che il suo lavoro finirà domenica. Per sostituirlo l'uomo in pole è Gian Piero Gasperini, ma anche la posizione dell'allenatore dei bergamaschi, sotto contratto, non è banale. Difficile pensare, specie se l'Atalanta centrasse l'obiettivo Champions, che Percassi possa mettersi di traverso con un allenatore cui deve molto. Ma proprio il piazzamento Champions, quasi impossibile per la Roma, potrebbe far cambiare idea a Gasperini. Potrebbe, poi si vedrà. Di sicuro le emozioni del tecnico nerazzurro domenica sera saranno fortissime. E alle forti emozioni si reagisce anche con una pazzia talvolta. Quindi Gasperini, ma guai a tralasciare sempre Sarri, che la Roma continua a seguire con attenzione. Già, ma all'Atalanta chi andrebbe? I nomi forti sono un paio: Giampaolo, in probabile uscita dalla Samp, e Simone Inzaghi, sospeso come nessuno tra l'Atalanta, la Juve, il Milan e la sua Lazio.
La Lazio, appunto, perché Lotito ha dato una settimana o poco più a Inzaghi per prendere una decisione. Rispetterebbe la richiesta del suo tecnico di provare una nuova esperienza, ma non vuole che la situazione resti troppo a lungo in sospeso. Quindi, una decina di giorni al massimo, poi proporrà a Inzaghi un rinnovo con adeguamento ma lo costringerebbe a rispettare il contratto in essere. Rinnovo o non rinnovo. Alternative? De Zerbi o Giampaolo.
All'appello non poteva mancare il Milan. Gattuso, dato per morto già un mesetto abbondante fa, potrebbe perfino finire per rimanere in sella. I rossoneri daranno una spolverata alla dirigenza e decideranno il futuro della panchina solo dopo aver saputo il verdetto di questa stagione. Leonardo sembra destinato all'addio e per sostituirlo sono in corsa Campos e Tare, se non entrambi visto che il primo non è un ds vero e proprio. Per la panchina di Gattuso in corsa ci sarebbero Sarri, Simone Inzaghi e De Zerbi, ma non si possono escludere a prescindere eventuali new entry (ci sentiremmo di escludere Allegri, da qualcuno accostato ai rossoneri). Il primo piace a tutti, ma piace anche a Juve e Roma, il secondo non dispiace a nessuno, ma è abituato a un gioco che non sembra adattissimo all'attuale rosa del Milan, il terzo intriga per la capacità di lavorare con i giovani e piace a Tare, come detto possibile nuovo ds. Ma attenzione: con la Champions l'asticella potrebbe essere alzata e senza potrebbe abbassarsi fino ad arrivare alla conferma di Rino (per un anno che a quel punto potrebbe anche essere senza Europa).
In tutto questo il paradosso è che questo rimescolarsi delle panchine appassiona tutti, ma ha congelato il mercato giocatori. Alcuni, anche importanti, sono già arrivati (ci riferiamo a Godin o Ramsey, per dirne due), altri sono in trattativa, vedi Milinkovic-Savic e la Juve, molti sono ancora semplicemente un pensiero. Prima c'è da vivere una settimana che sarà folle e molto, molto, movimentata. E come in ogni grande film, aspettatevi grandi colpi di scena.