Addio Allegri, anzi arrivederci!

Se dicessi che per il suo addio sono profondamente triste sarei un’ipocrita, ma...

Con la trentottesima giornata di campionato si conclude ufficialmente la stagione 2018/2019 bianconera. Sampdoria-Juve sarà anche l’ultima panchina di Massimiliano Allegri da allenatore della Juventus. Se dicessi che per il suo addio sono profondamente triste sarei un’ipocrita. Il tecnico toscano non mi ha mai entusiasmato fino in fondo né coinvolto empaticamente pur riconoscendone a pieno le sue grandi qualità nel gestire il gruppo e nella ricerca pragmatica del successo. Un Capello 2.0, più simpatico (molto più simpatico) ma meno carismatico. Nella mia scala del cuore degli allenatori bianconeri (se vi può interessare) li colloco insieme al quinto posto.

Ribadisco che, per quanto ottenuto in questi cinque anni Allegri merita comunque un grande grazie. Soprattutto nel primo anno, ritrovare subito il bandolo della matassa dopo lo shock estivo del #ConteOut non era facile per niente e lì Allegri ha dato il meglio di se stesso sfiorando addirittura il Triplete in quel di Berlino. Forse in assoluto la sua migliore stagione. Poi nel corso del secondo e del terzo anno si è confermato con tutti i suoi pregi e i suoi difetti. Pregi nel continuare a motivare l’ambiente per vincere ancora tutto in Italia, difetti nell’affrontare le partite decisive di Champions League sempre con il braccino corto.

La doppia sfida contro il Bayern Monaco (nel 2016) e la disfatta epocale di Cardiff (nel 2017) ancora gridano vendetta. Da Cardiff in poi un’involuzione totale e progressiva che lo ha portato a vincere in Italia per inerzia (nel suo quarto e quinto anno) pur giocando male, a volte malissimo. Come scritto e ribadito più volte, per il sottoscritto, il suo ciclo alla Juve era già finito due anni fa. Cinque scudetti in cinque anni, quattro coppe Italia e due finali Champions sono comunque un bottino di tutto rispetto che merita di essere celebrato al meglio.

Volete sapere anche il resto della mia classifica del cuore? Al primo posto, rigorosamente a pari merito, Giovanni Trapattoni e Marcello Lippi (in ordine di apparizione), senza dubbio alcuno i più grandi allenatori di sempre nella storia bianconera. Al terzo posto una scelta che sicuramente genererà polemica ma la storica doppietta di Dino Zoff del 1990 rimane per me un traguardo superiore anche a molti dei scudetti vinti dalla Juventus. Riuscire a vincere in Italia e in Europa ai tempi degli olandesi del Milan, dei tedeschi dell’Inter, della Samp di Vialli e Mancini, del Napoli di Maradona e della Fiorentina di Roby Baggio non ha paragoni nell’attuale mancanza di competitività in Italia. Al quarto posto, subito sotto, quell’Antonio Conte capace di riportare la Juve dove merita dopo anni di veri disastri e dopo la mazzata “Calciopoli” che aveva minato terribilmente le certezze di un intero ambiente. Il podio perso (a vantaggio di Dino Zoff) è anche strettamente collegato al modo brutale con cui si è lasciato e ci ha lasciato nell’estate del 2014.

Riepilogando la mia classifica personale:
1.Trapattoni - Lippi
3.Zoff
4.Conte
5.Capello - Allegri

Dopo questa digressione, non resta che mandare un ultimo caloroso abbraccio a Massimiliano Allegri.Grazie per quanto fatto in questi anni Mister anche se spero vivamente di non rimpiangerla; chissà che un giorno la sua strada e quella della Vecchia Signora non tornino a sovrapporsi tra loro, come già successo in passato per Trapattoni e Lippi. A noi le minestre riscaldate, se gustose e saporite, non sono mai dispiaciute. Addio Allegri, anzi arrivederci…

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