La terza avventura di Leonardo al Milan sta per concludersi: nelle prossime ore, probabilmente martedì, sono attese le dimissioni da direttore generale dell'area tecnico-sportiva rossonera, si riaprono le porte del Paris Saint Germain. Dietro l'addio la diversità di vedute tra Leonardo e Gazidis, strategie di mercato incompatibili che hanno portato - per esempio - al dietrofront di gennaio su Ibrahimovic e Fabregas. Da valutare pure la posizione di Paolo Maldini che era stato chiamato al Milan proprio dal brasiliano.
Neanche undici mesi da dirigente (dopo le esperienze da giocatore, allenatore e direttore operazioni area tecnica) tra alti e bassi, Leo era arrivato lo scorso luglio chiamato dalla nuova proprietà Elliott dopo la fine dell'era cinese. Un mercato estivo di corsa che aveva comunque portato il colpo Higuain-Caldara assieme agli innesti Bakayoko, Castillejo e Laxalt, che - francese a parte - hanno reso molto sotto le aspettative per diversi motivi. Meglio in gennaio quando Piatek e Paquetà hanno cambiato il volto di una squadra che però non è riuscita ad agguantare il quarto posto.
Ora Gazidis lavora ad un Milan giovane, che cresca con i giusti tempi e sia sostenibile economicamente. Un ragionamento che Leonardo non rigetta - la sua esperienza nello scovare i giovani talenti gli è universalmente riconosciuta - ma ha paura che, senza acquisti di esperienza (e si ritorna ai casi Ibra-Fabregas), il ritorno ad alti livelli si sposterebbe troppo in avanti nel tempo. Ecco perché lascerà la società, atteso dal Psg che aveva lasciato nel 2013 e che sta per salutare a sua volta Antero Henrique. La separazione porta a riflessioni pure sulla figura di Maldini, che ha sempre rivelato come fosse stato proprio Leonardo a chiamarlo in rossonero.
E al Milan? Si fa sempre più forte il nome di Luis Campos, "re delle plusvalenze" e attuale ds del Lilla. Con lui, si fanno più forti anche le voci su un approdo di Leonardo Jardim, oggi al Monaco, come nuovo allenatore se Gattuso dovesse andarsene.