Ci sono calciatori che non è proprio cosa, che con la Juventus non creano un feeling, che nemmeno un alto e basso, che piano piano l’avventura frana fino a travolgerli. Nel ruolo di Joao Cancelo - terzino, laterale, fluidificante, fate voi, ma pur sempre un ruolo relativamente marginale se non per le squadre che aspirano alla perfezione - in bianconero ne sono transitati mica pochi, con emblemi anche nel calcio dei tre punti che vanno da Zenoni a Bachini fino a Motta e Isla. Categorie di à non identiche tra loro (qualcuno ha vinto qualcosa, qualcuno ci ha messo del suo, qualcuno proprio non era all’altezza), ma pur sempre giocatori troppo piccolo per la dimensione Juventus.
Ora, il curioso vortice critico intorno al nome - e a qualche indecisione, più che qualche prestazione - del portoghese transitato dall’Inter e prelevato dal Valencia su precisa indicazione di Fabio Paratici prima ancora che super desiderio di Jorge Mendes è un vortice sproporzionato, condizionato probabilmente dall’amante spaventato da una donna di classe che in un gala ogni tanto inciampa nei suoi stessi tacchi. Sì, Cancelo si piace tanto e dei narcisisti bisogna saper prendere il lato meno serio: ricordo le prime di Mauro German Camoranesi con Lippi, lui esterno alto che esterno alto inizialmente nella Juve sembrava non poter far breccia perché “leggero, tatticamente anarchico, brillante ma evanescente” che quasi lo stesso ct campione del mondo ci casca e pensa nell’immediato come trequartista di riserva e poi si vedrà. Il punto è che Cancelo e Camoranesi (che intanto si è offerto al Chieri in Serie D per allenare anche in Italia, senza impegno) hanno parecchi punti in comune. Non saranno le dieci mattonelle più avanti o più indietro a condizionare il concetto: per giocare con loro, devi parlare una lingua simile, avere un‘ irrazionalità simile e magari una capacità di immedesimazione nel compagno di un certo tipo. Non a caso il miglior partner per le giocate combinate dell’italo-argentino è stato chiaramente - alla sola vista del campo e del pallone - Zlatan Ibrahimovic. Si intuiva lontani un miglio. In questa Juve pensavo potesse essere Dybala, che però si incaponisce e gioca di squadra senza giocare con i compagni tant’è che ha persino perso il filo del dialogo con Pjanic, mentre escludevo da subito potesse per esempio essere Cuadrado. Douglas Costa peggio che mai, Bernardeschi pensa al suo e Ronaldo a destra ci va il giusto cioè quando decide che è ora di servire un assist decisivo. Insomma, per avere il Cancelo che lo juventino vuole avere, partita dopo partita, serve un partner giusto. Chissà se può esserlo Ramsey, o magari il prossimo centravanti. Perché Joao Cancelo è un calciatore che pensa subito a cosa gli succede davanti, e in Italia questa attitudine non può nel 95% dei casi rivelarsi un’amara condanna.