Bye Bye America: Inzaghi aspetta la chiamata del Milan

Il tecnico della Lazio rinvia il viaggio negli States per sfidare Giampaolo. Che intanto...

Annusata l'aria che tirava, Simone Inzaghi ha fatto la sua mossa. Niente Stati Uniti e addio, per il momento, al viaggio di nozze già programmato e che avrebbe dovuto cominciare oggi. Il motivo è semplicissimo: il tecnico della Lazio - perché tale ancora è - vuole a tutti i costi il Milan e non ha alcuna intenzione di farsi superare sul traguardo dall'altro candidato forte alla panchina rossonera, vale a dire Marco Giampaolo. Il che, va da sé, dovrebbe rispedirlo in pole di diritto se non fosse che il suo approdo a Casa Milan è e resta condizionato da un paio di questioni non marginali. Intanto Paolo Maldini. La sua risposta a Ivan Gazidis è attesa che nemmeno la fumata bianca per l'elezione papale. Insomma, Paolino ha preso tempo (giusto) e posto qualche condizione (giusto di nuovo). Ma quindi è Gazidis che attende una risposta dall'ex capitano o è Maldini ad attenderla dal club?

Tra le condizioni si sa delle richieste sullo staff che dovrebbe accompagnarlo nella gestione sportiva della squadra - da Costacurta a Carbone fino a Tavana e, pare, Tognaccini - e non è difficile immaginare che ci sia anche la scelta dell'allenatore. Simone Inzaghi, appunto, o in alternativa Marco Giampaolo. In ogni caso un italiano e in ogni caso entro pochissimi giorni. Il che, in qualche modo, suona come un "chi prima arriva meglio alloggia". Di qui l'altra questione: chi si libera prima tra Simone Inzaghi e Marco Giampaolo, entrambi sotto contratto?

Logico, in questo senso, che Simone Inzaghi abbia preferito rinviare il viaggio americano e altrettanto logico è che Giampaolo abbia già cominciato a parlare con Massimo Ferrero della risoluzione consensuale del contratto che lo lega alla Samp.

Come dicevamo? Chi prima arriva meglio alloggia. Simone Inzaghi ha fatto la sua mossa - bye bye America -, Giampaolo ha provato a buttare l'asso sul tavolo ben sapendo, per dire, che per Inzaghino sarà meno semplice liberarsi della morsa di Lotito. Ed ecco un altro punto: Lotito non molla e rilancia. Ha proposto al suo tecnico un rinnovo di tre anni con aumento dell'ingaggio dal milione e mezzo attuale fino a due milioni. Il Milan ne offre 2.5 circa, vale a dire quanto fin qui garantito a Rino Gattuso, ma non ha alcuna intenzione di pagare indennizzi alla Lazio che, invece, vorrebbe qualcosa in cambio per la "gentilezza". Quindi? Quindi il tempo stringe e i nodi non sono affatto sciolti. Restiamo della nostra idea: dead line fissata a martedì e risposta di Maldini a Gazidis entro 48 ore. "Via al cronometro", insomma.

Il tutto mentre c'è un altro pezzo di Milan che segue strade differenti. Proprietà e amministratore delegato erano e sono più propensi ad una virata secca verso un tecnico manager straniero. Vista la vicinanza con Jorge Mendes - o il tentativo che tale diventi -, si è parlato perfino di José Mourinho. Lo ha rivelato il nostro Carlo Pellegatti e la voce ha trovato qualche conferma. Insomma, il contatto, via Mendes ovviamente, ci sarebbe stato e la risposta, un no grazie sufficientemente prevedibile, è arrivata in tempo zero. Questo per dire solamente che quando parliamo di Milan oggi bisogna sempre capire di che Milan si sta parlando. Quello di Gazidis ed Elliott o quello che si immagina Paolo Maldini. Mentre Casa Milan sembra un po' piazza San Pietro e tocca restare con il naso all'insù in attesa della fumata bianca.