Inizia la costruzione

La nuova Inter sembra aver già scelto i nomi ma ci sono tante variabili da valutare

3 giugno 2019: ci troviamo nel pieno della marea emotiva che in questa fase della stagione coinvolge esclusivamente la parte emozionale dei tifosi. Spalletti, la vicenda Icardi, il quarto posto da raggiungere, gli obbiettivi falliti nelle coppe e il gioco poco entusiasmante sono già andati nell’album dei ricordi. Pensare al nuovo che avanza porta entusiasmo e un’immediata voglia di ricominciare, ma impedisce di analizzare tutti gli aspetti che all’interno e all’esterno non hanno funzionato, per non ripetere errori che, anche con l’arrivo di Marotta, si sono manifestati. L’arrivo di Conte è promettente e porta fiducia perché la storia è stata scritta soprattutto da uomini che hanno preteso dall’Inter e non si sono accomodati nella poltrona della sufficienza.

Le vittorie nerazzurre si sono concretizzate con leader carismatici e mai con buoni allenatori. Nessun tecnico (o quasi) che si è accomodato sulla panchina era un mediocre, così come veniva apostrofato da una critica feroce. Alcuni di loro lo hanno dimostrato con i fatti, dopo l’esperienza a Milano ma il tema è proprio questo: l’Inter è una macchina che va guidata solo da fuoriclasse e con loro si vince. Non so quello che accadrà con Antonio Conte alla guida ma la natura del club deve per forza rinnovarsi, se vuole tornare a vincere con continuità. Non è possibile dipendere dalla natura e la forza di un solo uomo il quale, quando esaurisce il suo percorso, se ne va e come se nulla fosse stato appreso, l’Inter ricomincia da capo.
Nell’Inter di questi anni le cose sono accadute troppo in fretta, generando errori che nel momento in cui venivano compiuti non sembravano tali. L’anno corso la campagna acquisti sembrava importante e ricordo quell’entusiasmo a cui non era possibile contrapporsi. Rafinha, legatissimo all’Inter, non era stato riscattato, nonostante fosse possibile, Cancelo invece per colpa del settlement agreement e Zaniolo nell’indifferenza generale, perché arrivava Nainggolan, con una condizione mentale e fisica disastrosa.
È stata creata un Inter fisica, priva di veri palleggiatori, è stata aumentata la qualità nella rosa ma non nell’undici titolare. Il vero miglioramento è stato realizzato nella costruzione della difesa (che quest’anno sarà ancora più forte), indebolito il centrocampo e aumentato il numero di giocatori in attacco con due giocatori più leggeri come Politano e L.Martinez.
Oggi si fa riferimento a Dzeko, Kolarov, Chiesa, Barella e Lukaku, senza contare lo scambio Icardi-Dybala, fatto digerire al pubblico, ora persino contento dell’eventualità. Giusto entusiasmarsi all’inizio di un percorso ma anche ponderare bene le scelte e valutarle sotto tutte le angolazioni. Se poi le cose andranno bene saremo tutti felici.

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