Attacca Zielinski: “Se Sarri dovesse firmare per la Juventus e mi chiamasse per portarmi lì, io non gli risponderei nemmeno. Anzi, mi divertirò a batterlo”. Gli fa eco Insigne: “Sarri alla Juventus, per me sarebbe un tradimento, ma è un professionista e farà la scelta migliore. Spero anche alla fine cambierà idea”. Sono parole forti, considerazioni “per la piazza” espresse da calciatori professionisti che non hanno firmato un contratto a vita con il Napoli.
Però non c’è da biasimarli, si stanno comportando come Sarri faceva negli negli anni scorsi, quando parlava di “andare a prendere il Palazzo”, con chiaro riferimento allo strapotere della Juventus. Il calcio-social di oggi impone questo modo di fare, un Masaniello non si nega a nessuno, perché indossi quella maglia ed il tuo pubblico necessita che tu, calciatore-simbolo, risponda così, che ti metta al fianco loro, nella storica disputa contro la storica, acerrima rivale. E guai se così non fosse, sai quante critiche attraverso i social network che sono tanti di più e molto più feroci di uno striscione esposto allo stadio?
Il gioco delle parti ha avuto inizio e quello che era il Comandante a capo di una pattuglia molto compatta, ora potrebbe difendere le posizioni di quelli che prendeva spesso di mira nei giorni in cui lo scudetto era in bilico ed un soffio di vento oppure un fischio stonato, spostavano gli equilibri da un’altra parte. Zielinski e Insigne, vedrete, riceveranno un mare di like sulle parole di sfida al loro ex allenatore, cioè l’uomo grazie al quale sono riusciti ad avere una crescita sportiva senza precedenti.
Oggi è così: e domani? Magari non succederà mai, però bisogna sempre tenere di conto che la Juventus, oppure qualsiasi altra squadra che lotti con il Napoli per i grandi obiettivi, decida di muoversi nella direzione di Zielinski e di Insigne, offrendo al Napoli una cifra-choc per il cartellino ed a loro un ingaggio più che triplicato rispetto a quello percepito dal Napoli: cosa farebbero in questo caso i due professionisti? Continuerebbero a restare abbracciati alla fede azzurra, disdegnando l’offerta e respingendola al mittente, oppure cancellerebbero in un solo istante i proclami di sfida che stiamo ascoltando in questi giorni?
La seconda ipotesi sarebbe quella più probabile, perché sarebbe giusto così, alla luce della necessità dei professionisti di spostarsi lì dove ti pagano meglio. Allora i tifosi, credo, debbano cominciare ad imparare che le parole pronunciate dagli atleti sono vento che passa e non si deposita, se non nella memoria di chi immaginava che fossero dichiarazioni per un amore eterno. Non è così, non può essere così, perché la loro carriera dura poco ed è giusto introitare il massimo possibile finché le forze ti sostengono. “Tengono” famiglia e il reddito familiare va incrementato, anche nel ricordo di quanto scrivevano i nostri antenati: pecunia non olet.
Zielinski e Insigne come il Comandante: parole, parole, parole...
E se domani toccasse a loro ricevere un'offerta dalla Juve?
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