La (non) decisione della Camera arbitrale di controllo sui Club arrivata ieri dalla Uefa salva, per ora, la qualificazione del Milan in Europa League ma in casa rossonera ora si cerca di capire quali passi prendere per l'immediato futuro. A Nyon non hanno voluto prendere posizione in merito alle sanzioni sullo sforamento dei limiti del Fair Play Finanziario nel triennio 2016-18 perché prima vogliono sapere come si pronuncerà il Tas sul triennio 2015-17: inutile, il pensiero dell'Uefa, procedere con una sanzione che poi magari verrà nuovamente ribaltata come nel caso del primo procedimento.
Facendo un breve riassunto, il Milan era stato sanzionato la prima volta con l'esclusione dalle coppe per un anno, sanzione tramutata poi dal Tas in multa da 12 milioni di euro, limitazione a 21 giocatori nella lista Uefa ed esclusione dalle coppe in caso di mancato break even, cioè il quasi pareggio di bilancio (massimo -30 milioni di rosso), entro il 2021. Da qui il secondo ricorso dei rossoneri al Tas, il cui mancato pronunciamento ha scaturito la "pausa di riflessione" comunicata ieri dall'Uefa.
Tutto ciò mette il club rossonero in una posizione ibrida: va bene la conferma della qualificazione europea ma sarebbe utile conoscere a quali sanzioni definitive si andrà incontro per pianificare meglio le strategie a medio-lungo raggio. Il problema è che il Tas non ha vincoli temporali, è prevista una raccomandazione ad esprimersi entro quattro mesi dal ricorso, ormai già passati. Ecco perché in casa Milan si sta pensando anche ad una procedura d'urgenza con il risultato che, per alcuni incastri regolamentari, si potrebbe arrivare ad un'unica sanzione per i due trienni in questione.
Il primo obiettivo del Milan è noto da tempo: vorrebbe un break even spostato più in là di una stagione rispetto a quanto chiesto dall'Uefa, dal 2021 al 2022. Nel frattempo, come spiegato da Gazidis, il mercato estivo sarà all'insegna delle operazioni sostenibili, a prescindere dal quando arriverà la sanzione e cosa comporterà.