Andiamo al sodo, anche se non l’avete ancora immaginata. Chi perché preso dall’estenuante vicenda legata al nome del prossimo tecnico della Juventus, chi perché pensa solo all’Europa (fino alla vigilia della prima di campionato), chi perché lo ama troppo ancora, chi perché lo odia da cinque anni e infine chi perché ancora senza in possesso di una spiegazione logica del perché si sia voluto interrompere il rapporto con Massimiliano Allegri. Però dovete essere onesti con voi stessi, perché scommetto nessuno tra voi rientri nelle categorie di cui sopra. Anche soltanto per un attimo, chi non l’ha già intravisto il primo momento della propria vita in cui sarà avversario diretto - sul campo e non per principio come accadde con l’Italia - di Antonio Conte?
Lui era il capitano, l’unico nella storia della Juventus a impersonificare il medesimo ruolo empatico anche da allenatore. Iniziamolo a usare, questo tempo passato e imperfetto. Sarà un crescendo, sarà il tema dell’anno, che Conte all’Inter se la cavi bene (apriti cielo, il dibattito interno tra gli juventini si promette tossico quando ancora la Champions non sanno neanche quale piega prenderà) o che se la cavi malissimo, magari peggio anche di quanto riuscì a disfare Marcello Lippi (perché in fondo il tifoso bianconero si sentirebbe ancora una volta più forte di tutto e tutti).
Quando c’è Conte di mezzo, difficile che le cose non finiscano ai due possibili estremi. Stessa cosa quando si parla di Inter e del concetto di mezze misure, tant’è che Spalletti le ha rappresentate talmente bene (obiettivi minimi, dignità di spogliatoio, giri di parole) che non vedevano l’ora di spedirlo al mittente. “Conte vale 20 punti nel campionato italiano, qualunque sarà la rosa definitiva dei nerazzurri” mi ha detto in faccia un’ospite televisivo diciamo neutro, visto che è notoriamente milanista. E ad eccezione dello juventino innamorato pazzo, non c’è tifoso della Juventus che tema questa ardita previsione più di quanto possa temere un Conte che fa il Conte allo Stadium.
L’ex tecnico bianconero si carica delle aspettative e si carica con le sfide: la bravura della Juventus e di chi allenerà sarà quella di non concedere il fianco e una parità dialettica che ci interessa poco o niente. Il capolavoro sarà vincere in un modo nuovo, per continuare a vincere in Italia parlando la lingua delle parigrado, quindi del Barcellona e del Bayern Monaco, del Liverpool e del Real Madrid. Da quel possibile momento in poi, non ci sarà più possibilità di ritorno. E Conte lo ricorderemo per ciò che davvero è stato e per tutto quello che nella sua rigida semplicità ha sempre rappresentato. Nel frattempo, mentre ci ripensate, buon calciomercato a tutti. Perché l’estate è lunga, molto lunga...