Guardiola-Juventus e il mercato fatto con le "suggestioni"

Dalla data dell'annuncio al benestare di CR7, Pep sarebbe dovuto diventare bianconero per molti (troppi?) insider: appuntamento al 2020

La firma di Sarri per la Juventus è sicuramente una buona notizia per la tifoseria bianconera: al di là delle simpatie o della antipatie personali, al di là di un rumore da nemico che l’allenatore toscano in passato ha prodotto con le armi a disposizione, il club di Agnelli ha dimostrato di saper puntare su un progetto ben preciso, su un modo di intendere il calcio che travalica l’aspetto esteriore e vuole esprimersi soprattutto dentro il rettangolo di gioco. Avere un allenatore è sicuramente un sollievo, ma è niente in confronto al senso di liberazione che in questo momento si è impossessato di tutti quelli che stabilmente o saltuariamente si occupano di calciomercato. La firma di Sarri significa essersi affrancati da un fantasma, quello di Pep Guardiola, che nell’ultimo mese si è aggirato non solo per tutta Europa, ma anche in ogni angolo delle redazioni.

È stato un calvario. Un mese di telefonate, di segnalazioni, di particolari sempre più precisi che dovevano servire a corroborare la tesi finale: Guardiola è il nuovo allenatore della Juventus. Non servivano smentite, non serviva ricordare che il genio catalano ha altri due anni di contatto con il Manchester City e si è sentito proporre un rinnovo per altri tre anni a un totale di 130 milioni di sterline. Guardiola era con Paratici, Guardiola era con Agnelli, Guardiola era nascosto a Milano, Guardiola stava cercando casa a Torino. Poteva venire anche il dubbio che fosse tutto vero. Spesso questo dubbio si è anche fatto largo. C’è da precisare un concetto: tutto questo non è basato sul nulla totale. Un paio di contatti tra la Juve e il mondo Guardiola ci sono stati. Sicuramente un blitz del fratello Pere a Torino in primavera, forse (ma qui bisogna usare la massima cautela) anche un pranzo a Milano, nel privè di un ristorante in Galleria, tra lo stesso Pep e Fabio Paratici. Quest’ultimo va catalogato tra i “si dice” perché non esiste una testimonianza diretta e tantomeno ci potrebbe essere una conferma da parte dei diretti interessati. Alla Juventus piaceva e piace Guardiola, non è impensabile che dopo Sarri possa essere proprio lui l’allenatore bianconero. Non ora però. Invece bastava citare la P di Pep per far salire in Borsa le azioni della Juventus. Bastava che qualcuno la ritirasse fuori via. Poi ripartivano anche le telefonate, i messaggi vocali, i “visto che avevo ragione?”, le autocelebrazioni trionfalistiche di chi sapeva tutto e aveva detto tutto.

La telefonata-tipo iniziava con questa frase: “Me lo ha detto la stessa persona che l’anno scorso mi ha detto di Cristiano Ronaldo”. Una premessa che non lascia spazio alle repliche. Però esiste una dote chiamata memoria ed è bene ricordare come andò ai tempi della bomba CR7. Nei primi giorni di quella clamorosa trattativa c’era una sola testata (onore al merito) che ebbe il coraggio di cavalcare questa ipotesi senza ridurla a una bolla di sapone: Tuttosport. Per tutti gli altri era difficile salire su quel carro, fino a quando un alto dirigente della società bianconera non ha fatto scoccare la scintilla parlando di “suggestione”. Nel vocabolario dei dirigenti sportivi, “suggestione” vuol dire trattativa avviata o anche ben avviata. E infatti nel giro di pochissime ore e grazie allo stile sbrigativo di Jorge Mendes, il sogno divenne realtà. Su Guardiola nessuno ha mai nemmeno sfiorato il termine “suggestione”, sono arrivate sempre smentite a raffica da parte di Guardiola, della Juventus e del Manchester City. Eppure non bastava. Poche ore di tregua, poi arrivavano le telefonate: “È fatta, Guardiola è della Juve, quattro anni di contratto, 24 milioni a stagione”. E poi tutti gli altri particolari.

“Guardiola verrà annunciato il 4 giugno a Borsa chiusa”. Su questo le tesi non erano unanimi. Qualcuno diceva il 5, altri si spingevano fino al 12, perché poi ci sarebbe stata la presentazione il 14 giugno allo Stadium, in coincidenza con una chiusura delle visite al Museum che poi si è rivelata essere legata a un evento commerciale organizzato dalla Juventus. Ma quelli che sapevano, e anche “quello che mi aveva detto di Cristiano Ronaldo” rilanciavano con una variante: presentazione in grande stile nella sede della Maserati perché il marchio “sarebbe” molto gradito all’allenatore, che addirittura ne avrebbe fatto includere un esemplare come premio personale alla firma del contratto.

“Si potrà dire solo dopo la finale di Champions League”. Quando si sollevava l’eccezione, quando si ricordava a quelli che sapevano di Guardiola come la stagione del Manchester City fosse finita con il trionfo in campionato e come il Pep si trovasse serenamente in vacanza, la risposta era: “Non hai capito proprio. Il Manchester City deve lasciar passare la finale di Champions League perché così può annunciare Pochettino”. Geniale.

“Pep ha già fatto la lista della spesa, vuole Koulibaly”. E chiamalo stupido, come si dice a Milano. Forse però non era necessario rivolgersi all’allenatore più corteggiato dell’universo per stabilire che il centrale del Napoli è uno dei più forti del mondo nel suo ruolo. Basta Sarri per certificarlo. E lo sapevano anche gli altri, peccato che i 120 milioni richiesti da Aurelio De Laurentiis siano un ostacolo abbastanza complicato da scavalcare. “Non vuole Khedira e Dybala”. Qui bastava anche Allegri, sapendo tra l’altro che Khedira da tempo manifesta l’intenzione di provare un’esperienza negli Stati Uniti. “Vuole una prima punta, possibilmente Icardi, ma se non si può avere Icardi va bene anche Higuain”. Pista percorsa da tempo, anche senza sapere chi sarebbe stato il nuovo allenatore. Nelle ultime settimane, però, il mercato della Juve è finalmente entrato nel vivo. “Guardiola, che già lavora per la Juve, ha convinto Messi a trasferirsi a Torino. I dirigenti bianconeri sono stati in Germania per definire i dettagli con lo sponsor tecnico, ma Cristiano Ronaldo ha già dato il suo benestare all’arrivo dell’argentino”. Queste sì sono notizie, altro che la cessione di Cancelo (che Guardiola voleva al Manchester City e forse non vuole alla Juve) o le trattative per prendere Piccini dal Valencia. Messi, quello sì che è giornalismo verità. Magari poi si accoda anche Neymar visto che si sta formando una bella squadra di stelle con l’allenatore più amato al mondo. E magari arriva anche Klopp come vice di Guardiola.

Ma adesso tutto questo è finito. Sarri è il nuovo allenatore della Juventus e Guardiola continua ad allenare il Manchester City, “ripartendo da zero”, come ha detto lui stesso nell’intervallo di una partita di basket qualche giorno fa, frase che i commandos del guardiolismo bianconero hanno voluto leggere come l’ennesimo sì alla Juventus. Un sì riconfermato anche dall’intervista al sito del Manchester City, dove la frase “il meglio deve ancora venire” è stata tradotta con “Manchester fa schifo, non vedo l’ora di essere alla Continassa”. Stavolta è andata così, appuntamento a giugno 2020, a meno che Sarri non centri il triplete.

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