Caviglia, il punto debole del trailer

L'irregolarità tipica dei percorsi in natura può mettere a dura prova le articolazioni del piede

La principale caratteristica che contraddistingue il trail dalle altre discipline di running è data dal suo svolgersi su terreno naturale. Il rovescio della medaglia: correre su fondi sconnessi e superfici instabili costituisce un potenziale rischio per l’incolumità delle articolazioni di appoggio,  in particolare per la caviglia.

La classica storta è l’infortunio più ricorrente nella pratica della corsa in natura e coinvolge ogni anno un elevato numero di atleti, in gara e soprattutto in allenamento.
L’unità funzionale costituita dal piede e dalla caviglia ha il compito di flettersi, inclinarsi, piegarsi e resistere a tutte le asperità e le irregolarità del terreno, in modo tale da garantire al corpo una verticalità, o comunque uno stato di equilibrio dinamico. È quindi intuitivo quanto sia importante la stabilità di questa articolazione e quanto la sua integrità possa essere precaria rispetto alla corsa su asfalto o in pista.

Perché ci si infortuna Vediamo insieme quali possono essere i principali motivi di infortunio:

• le instabilità legamentarie; qualsiasi trauma pregresso subito dalla articolazione potrebbe teoricamente pregiudicare la stabilità, specie se l’evento traumatico ne ha interessato uno o più legamenti;

• la sensibilità propriocettiva: in seguito a un infortunio di intensità medio-alta il circuito dei sensori propriocettivi perde di efficacia e l’intervento di “auto-aggiustamento” della caviglia avviene con troppo ritardo rispetto al possibile evento traumatico;

• la paura della ricaduta; spesso, anche solo a livello inconscio, chi non ha recuperato pienamente un evento distorsivo affronta le superfici sconnesse con uno stato di allerta e tensione, foriero di un gesto contratto e non appropriato;

• la mancanza di abitudine a correre su terreno sconnesso;

• una scarpa inappropriata; è sempre opportuno usare calzature da trail o almeno scarpe da running dalla buona stabilità; • momenti di scarsa concentrazione o legati a elementi di distrazione, tipo guardare il panorama o scartare una barretta.

Iniziare nel modo corretto Ecco i nostri consigli per iniziare a correre in natura evitando il più possibile il rischio infortuni:

• acquistare la scarpa giusta; un modello da trail, o dotata di una buona stabilità. Una calzatura troppo morbida e ammortizzata, ideale per la corsa su strada, spesso non è adatta alle superfici sconnesse o ai piani inclinati; in genere è meglio usare una scarpa tecnica più precisa negli appoggi e meno cedevole;

• allenarsi bene su superfici collinari o comunque con un fondo non eccessivamente irregolare;

• eseguire sistematicamente, nelle fasi di riscaldamento o defaticamento, esercizi di tipo preatletico coordinativo, per migliorare la reattività del piede;

• attenzione se provenite dall’escursionismo classico, perché l’abitudine a usare lo scarponcino rigido inibisce la sensibilità propriocettiva del piede e della caviglia.

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