Inter, certezze e dubbi

Zhang si sta consolidando, la società irrobustendo. Ora bisogna capire se i nomi accostati all’Inter sono quelli giusti per vincere

Quando si parla di Inter, specie in una fase di cambiamento come questa, bisogna stare attenti alle diverse sensibilità dei tifosi, i quali al 21 giugno iniziano a dividersi su riflessioni che sta facendo anche la società, verso il mercato, la percezione di Conte, il destino di Icardi e Nainggolan e altri aspetti che inevitabilmente colgono più pessimismi e ottimismi, di quanto non esaltino il valore di un ragionamento tecnico.

Gli abbonamenti crescono a tempo di record,  il limite massimo di 40mila tessere è prossimo ad essere raggiunto e questo attesta la fiducia di un pubblico che ogni anno rinnova il certificato di fedeltà, come nessun altro in Italia.

La stima dei tifosi è rivolta ad un insieme di fattori, tra i quali l’arrivo di Conte che, a prescindere dal sentimento verso di lui, traduce ambizione e voglia di crescere in fretta.

La presenza di un dirigente come Marotta e il ritorno di Oriali sono ulteriori puntelli di una struttura che ora dispone di dirigenti di alto livello. Infine “last but not least”, il gruppo Suning intende accelerare per lo stadio, aumentare ancora i ricavi e investire di più nella squadra. Il contratto fatto a Conte (senza contare che Spalletti è ancora a libro paga) ne è già un ampia dimostrazione. Ieri Piero Ausilio ha però parlato di 3 o 4 acquisti, privilegiando la qualità. Se così fosse, considerando che i nomi sono quelli di Barella, Lukaku, Dzeko e Lazaro (più Godin), bisogna chiedersi se questa squadra possa davvero lottare per lo scudetto, perché Conte non viene qui con l’ambizione di migliorare solo il terzo posto. A prescindere dall’esito della stagione, dove se l’Inter arrivasse seconda sarebbe già importante.

Prescindendo (per ora) dal destino di Icardi e Nainggolan, a questa squadra per poter giocarsela alla pari, manca un centrocampista di statura internazionale, continuo, che abbia visione del gioco e, in generale un centrocampo che abbia più gol nel potenziale, più iniziativa al tiro, più predisposizione nelle verticalizzazioni e meno nel gioco orizzontale.

Se i nomi sono dunque questi e Ausilio ha detto la verità, si tratta di una campagna acquisti importante e dispendiosa ma a cui mancherebbe ancora qualcosa. Speriamo dunque che il direttore sportivo abbia detto una mezza bugia o mezza verità.

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