Spiace ma i tempi del "quanto costa? 30 milioni, ma per l’Inter facciamo 40", sono finiti. Almeno così pare, osservando come gli uomini mercato nerazzurri si stanno muovendo nel complicato mondo delle compravendite. Al netto di Ausilio che, tomo tomo cacchio cacchio, piazza la sua bella infornata di giovani destinati alle famose plusvalenze necessarie per rigenerare le casse di qualunque società in tempi di Financial Fair Play. In silenzio, senza sbandierare nomi né cifre - Vanheusden escluso ma parliamo di un ragazzo destinato a ritagliarsi spazi importanti nel calcio che verrà - con una abilità che gli è valsa il rinnovo da parte del colosso cinese fino al 2022. Perché sì, perché nel mercato dei ragazzi il nostro Piero è, lui davvero, difficilmente migliorabile.
Leggendo a destra e a sinistra, oggi i social sono il miglior termometro per misurare la febbre del tifo, mi rendo conto di quanta incertezza circondi parte del popolo nerazzurro. Incertezza dettata da preoccupazioni non si capisce dipendenti da cosa piuttosto che reali e comprovate sul campo. Insomma, perché ad esempio Barella non ha ancora firmato con l’Inter? Credo, ma è una mia personalissima lettura quindi prendetela come tale, dipenda dalla volontà dei nerazzurri di non partecipare ad aste più o meno create ad arte da chi si occupa di queste cose. In soldoni, se io ti offro circa 45 milioni, ipotizziamo, prestiti e bonus compresi, quella è la cifra. Se la società proprietaria del cartellino del ragazzo la ritiene inadeguata o pensa di poter ottenere maggiori benefici da altri beh, Suning ha deciso che non la modificherà comunque. Pertanto l’offerta resta, non cambia di una virgola, è lì, sul tavolo, chiara e limpida. In attesa di sviluppi.
Che poi, se vogliamo, è lo stesso principio per cui Lazaro, pallino di Conte, non ha trasferito armi e bagagli ad Appiano. Offerta dell’Inter 17 o 18 più bonus, per un totale di circa una ventina, e l’Herta Berlino ha alzato la posta. La dirigenza nerazzurra, anche in questo caso, ha lasciato l’offerta sul tavolo, oltre non si va. Poi, chiaro, magari ci si incontra, si lima qualcosa da una parte e dall’altra. Ma il tempo del va bene, dimmi quant’è che firmo l’assegno è terminato. Finito. Chiuso. La vicenda Joao Mario-Gabigol ha aperto, e pure parecchio, gli occhi alla famiglia Zhang. Poi, per concludere, ricordate una cosa, fondamentale: i cinesi sono abili mercanti, puoi intortarli una volta dopodiché, imparata la lezione, non ci cascano più. Vedremo se la nuova strategia porterà i frutti sperati; attendiamo, con tranquillità. È il 23 giugno, non il 23 agosto.
Immobilismo? No, fermezza!
L’Inter intende spendere con intelligenza
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