Che Suning abbia affidato l’Inter nelle mani di Marotta, è un dato di fatto; così come lo è il totale ed incondizionato appoggio al nuovo allenatore. Marotta e Conte, i due pilastri sui quali il colosso asiatico intende poggiare le basi per la rinascita del club. Binomio vincente, è già stato ampiamente dimostrato nel passato; il problema, se di problema si può parlare, è che l’attuale rosa dell’Inter non dico sia da rifare, ma i famosi tre o quattro ritocchi servirebbero, dal mio punto di vista, a ben poco.
Alla luce di quanto accaduto la scorsa stagione, con atteggiamenti che ho già avuto modo di definire naif da parte di qualcuno, più d’uno, non credo la strada del volemose bene, facciamo la pace e ordiniamo un litro di rosso, pane e salame, sia percorribile. Ora Conte cercherà, sa farlo e maledettamente bene, di recuperare qualche figliol prodigo alla causa; credo anche che Marotta, nei mesi passati, abbia preso appunti ed oggi presenti il conto. Salta immediatamente all’occhio come i due, amministratore delegato ed allenatore, agiscano di comune accordo; esemplificativa, in tal senso, la trattativa lampo condotta per portare Sensi all’Inter.
Perché Conte, quella mattina, era stranamente in sede quando avrebbe potuto tranquillamente starsene a crogiolarsi al sole delle Baleari. Strano, ma vero. Si, insomma, la ricostruzione nerazzurra parte da piccoli particolari, magari per alcuni insignificanti, che testimoniano l’unità d’intenti e lo stretto rapporto dirigenza-settore tecnico. A parte la lista dei desiderata dell’allenatore leccese, ovvio ne esista una, qualsiasi nome proposto e la qualsivoglia occasione che potrà capitare in corso d’opera verrà vagliata attentamente da Marotta, dallo stesso Conte e, dal poco che trapela dai corridoi della nuova sede nerazzurra, il tecnico avrà sempre l’ultima parola.
Perlomeno in questo momento, delicatissimo, in cui è necessario formare un gruppo deciso ad accompagnare la sua guida attimo per attimo, senza distrazioni, senza proteste , senza improvvise alzate d’ingegno. Tolleranza zero? Se possibile anche sottozero, viste le recenti esperienze che per poco non costavano la qualificazione Champions. Conte vuole una schiera di pretoriani pronti al sacrificio ed a seguirlo in battaglia (sportiva) senza titubanze. Marotta desidera assecondare le esigenze dell’allenatore. Da qui si ricomincia. Per quanto mi riguarda tornerò alla fine di agosto. Vi ringrazio per l’attenzione con cui mi avete letto, contestato, assecondato o criticato. Buona vacanza, alla prossima.
I pretoriani di Antonio Conte e la tolleranza sottozero
Il nuovo corso Inter non ammette titubanze
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