Un tempo, al bar dello sport, si discuteva di zona o catenaccio all'italiana, magari di dribbling, colpi di tacco e bomber. Oggi i tifosi sono costretti a fare un corso di alta finanza. Magari non così alta, ecco. Cercare sul dizionario il significato di plusvalenza può dare una mano per capire perché Inter, Roma e Juventus, tanto per fare un esempio, sono i club italiani che meglio si muovono sul mercato.
"Nel linguaggio economico - riprendiamo dalla Treccani - la plusvalenza è l'incremento di valore, la differenza positiva fra due valori dello stesso bene riferiti a momenti diversi". Così, pensando a Kostas Manolas, noi dobbiamo immaginare di avere di fronte a noi un bene, non l'arcigno difensore che litiga con Dzeko in Bosnia-Grecia e poi lo abbraccia dopo il gol al Barcellona che manda la Roma nelle semifinali di Champions, non il giocatore che insieme a Koulibaly potrà cambiare le sorti del Napoli rendendo sulla carta imperforabile la difesa di Ancelotti.
Manolas è arrivato alla Roma nel 2014: giocava nell'Olympiacos e costò 15 milioni: lo voleva già mezza Europa ma all'epoca la bolla Neymar non era ancora scoppiata e i prezzi erano ancora ragionevoli. I giallorossi l'hanno rivenduto a 36 milioni e l'evidente differenza di valutazione tra cinque anni fa e oggi basta per comprendere che il bilancio del club avrà un effetto positivo. Ma non fatevi ingannare. Se De Laurentiis avesse tirato fuori 6 milioni, la cessione di Manolas avrebbe generato comunque una plusvalenza. E qui cominciano i problemi. Ma forse non così tanti. Senza scandagliare anche il significato della parola ammortamenti, dal punto di vista contabile, il valore del giocatore si abbassa anno dopo anno: senza farla lunga, più a lungo resta nello stesso club, maggiore sarà la plusvalenza in caso di addio. Manolas, restando all'esempio, oggi valeva 3 milioni, così ha generato una plusvalenza di 33. Champagne!
Perché la Roma ha avuto fretta nel cedere il difensore greco al Napoli entro il 30 giugno? Perché è la data di scadenza del bilancio e per un club che ha firmato un accordo con la Uefa rispettare queste scadenze è un obbligo. Con la stessa fretta, Gerson è passato alla Dinamo Mosca dopo il mancato trasferimento al Genoa e un talento come Luca Pellegrini, cresciuto nel vivaio, è stato scambiato con Spinazzola mettendo su una trattativa lampo con la Juve. E allo Spartak Mosca sono andati Andrea Romagnoli (portiere classe 1998) ed Ezequiel Ponce (sul quale furono investiti 4 milioni nel 2015), generando altre piccole ma significative plusvalenze. In totale nell'esercizio 2018-2019, le plusvalenze hanno fruttato ai giallorossi quasi 130 milioni di euro. Il maggior affare è stato la cessione di Alisson al Liverpool (57 milioni di plusvalenza), mentre i fresch addii di Manolas e Luca Pellegrini valgono oltre 50 milioni (29 milioni e 137mila euro il greco, 21 milioni e 237 mila il terzino).
La chiave è tutta lì, dunque. Datemi il fair play finanziario e vi faccio vedere come "aggirarlo". O meglio, bisogna saperlo fare, appunto, rispettando in pieno la legge. La Juve ha scommesso su Pellegrini pagandolo 22 milioni, forse tanti per un ragazzo che ha appena giocato mezza stagione da titolare in Serie A, al Cagliari. Ma dando via Spinazzola dopo una sola stagione (mezza, in realtà, visto il lungo infortunio) ha avuto una plusvalenza di 26,6. Attenzione, cifre ufficiali comunicate obbligatoriamente da un club quotato in borsa. Le sgroppate contro l'Atletico Madrid sono già un ricordo. Alla Juve ricorderanno il terzino per aver fruttato un bel plus in bilancio. Così come nel recente passato Rolando Mandragora, Stefano Sturaro, Emil Audero e infine Rogerio, riscattato dal Sassuolo. Se la Juve ha potuto permettersi l'affare Cristiano Ronaldo (insieme ad altri acquisti), è anche grazie a un infinito parco giocatori di sua proprietà in giro per l'Italia, che spesso vengono valorizzati da altri club e poi vengono rivenduti a cifre molto più alte.
C'è poi il discorso legato alle plusvalenze che fruttano i calciatori più giovani e in questo l'Inter è la regina, perché ha saputo fare di necessità virtù. Fino al 30 giugno di ogni anno, Piero Ausilio è costretto a muoversi su questo terreno: cedere calciatori magari anche non famosissimi per mettere a posto i conti. Andrea Adorante era il centravanti della Primavera e il Parma l'ha pagato 5 miilioni nell'ambito dello scambio con Brazao, un portiere: dal punto di vista contabile, ci hanno guadagnato entrambi, il tempo dirà quale dei due giovani diventerà più forte. Quanto vale Pinamonti? Cinque gol con la maglia del Frosinone e un gran Mondiale Under 20 hanno indotto il Genoa a versare nelle casse nerazzurre 18 milioni: grasso che cola. Lo Standard Liegi ne ha pagati 12 per Zinho Vanheusden, che aveva già avuto in prestito l'anno scorso. E prima ancora di ufficializzare Sensi, l'Inter ha sistemato Marco Sala al Sassuolo, così altri 5 milioni di plusvalenza sono a posto.
E le altre big? Il Napoli non ha problemi di fair play e tiene a posto il bilancio in altri modo: le plusvalenze che ha generato in questi anni sono arrivate soprattutto dalle grandi cessioni, come quelle di Lavezzi, Cavani e Higuain, ma intanto nell'ambito dell'affare Manolas, ha ceduto Diawara per 21 milioni, così anche De Laurentiis può far festa. Il Milan, invece, è un po' alla finestra, ma quando sarà costretto (molto probabilmente) a firmare un settlement agreement quando tornerà nelle competizioni Uefa dopo l'ultima esclusione, i suoi dirigenti dovranno muoversi in tal senso. È la nuova frontiera. E se i tifosi possono permettersi di non capire, i club non hanno questa facoltà. Non più.