Un grande Thomas Fabbiano supera il secondo turno di Wimbledon e accede ai sedicesimi di finale del torneo londinese, battendo in cinque set il gigante croato Ivo Karlovic 6-3, 6-7(6), 6-3, 6-7(4), 6-4. Eliminato invece Andreas Seppi che va in vantaggio 2-1 nei set contro l’argentino Guido Pella prima di crollare nella seconda parte del quarto e cedere di schianto nel quinto: finisce 4-6, 6-4, 6-4, 5-7, 6-1.
Wimbledon, Fabbiano fa fuori Karlovic
FABBIANO, ALTRO MIRACOLO Visti uno di fianco all'altro fanno effetto, con la testa di Thomas Fabbiano (173 cm di altezza) che a stento raggiunge la spalla di Ivo Karlovic, gigante da 211 cm. Sull'erba di Wimbledon si concretizza però ancora una volta la favola di Davide e Golia, con il pugliese che riesce a prevalere dopo una battaglia di ben tre ore e un quarto caratterizzata anche da due tie-break. E una partita che, nonostante le differenze fisiche dei due contendenti, rimane tesa e apertissima dall'inizio alla fine.
Partenza formidabile per Fabbiano, che si prende il primo game con due ace e poi con un gran dritto dopo un doppio fallo. Karlovic appare frastornato, ma appena prende ritmo spaventa il pugliese, tanto che l'1-1 arriva al termine di ben tre ace a segno. Anche i due game successivi premiano chi ha il turno di battuta, con il tema della partita che è quello previsto: il croato gioca di potenza, Fabbiano prova a farlo correre il più possibile. Il 2-2 è figlio di altri tre ace, il 3-2 di due errori di un Karlovic messo alle strette da Fabbiano. Più complicato il sesto game, con l'azzurro che costringe il suo avversario a due errori di rovescio, e sogna un break che però non arriva. Bisogna quindi aspettare il decisivo ottavo game, in cui Fabbiano inchioda il gigante croato prima con una gran risposta sulla prima, poi costringendolo a una difficile volée fuori misura, che vale il 5-3. E alla battuta il tarantino non sbaglia, portandosi a casa il primo set.
Il secondo inizia con grande brio: dopo l'1-0 di Karlovic, infatti, si procede fino al quinto game con due soli punti concessi a chi non è alla battuta (e in entrambi i casi è Fabbiano). Il pugliese poi inchioda l'avversario sul 3-3 a 15 e prova a girare nel game successivo con due palle break che però non riesce a sfruttare: la gran volée di rovescio e due ace danno il punto del 4-3 a Karlovic. Si procede quasi ineluttabilmente fino al tie-break, dove Fabbiano si prende il minibreak e vola sul 2-0. Lo concede però all'avversario per il 2-1 e alla fine deve arrendersi dopo aver fallito il set point sul 6-5 e al termine una maratona di 46 minuti complessivi, con il finale che dice 8-6 Karlovic. La prestanza del croato sembra poter indirizzare il match contro l'italiano, che invece azzecca un ottimo terzo set, che si chiude in meno di mezz'ora. Per Fabbiano il break point che si rivelerà decisivo arriva già al secondo game, grazie a una spettacolare risposta di dritto nel lungolinea e poi un rovescio su cui nulla può Karlovic. Quindi gli basta controllare i turni di battuta (durante i quali regala anche un passante a incrociare che scatena gli "Oh" di meraviglia del pubblico londinese) e inchiodare l'avversario sul 6-3, al termine di un game chiuso a 0.
Si va dunque al quarto set, che si apre con un facile 1-0 per Karlovic che si regala tre ace. Fabbiano risponde alla sua maniera, facendo correre l'avversario e poi punendolo di dritto e con un passante che vale l'1-1. Il quarto game va a Fabbiano nonostante due errori sul dritto, per il resto sono ben pochi i punti concessi da chi ha il turno di battuta, almeno fino al 4-3 di Karlovic, in cui il croato raggiunge la ragguardevole cifra di 30 ace a segno e poi chiude con un corpo a corpo su cui Fabbiano non si può opporre. Sbaglia però tutto in chiusura di ottavo game, mantenendo il pugliese in partita. Fabbiano poi è bravo a restare nel set e grazie a due passanti a segno artiglia il tie-break. Qui si porta velocemente sul 3-0 e sembra quasi fatta, ma il croato (che sull'1-0 ha un'esitazione aspettando un colpo che non arriva, quasi non rendendosi conto che si tratta di un tie-break e non di un set) infila tre colpi di fila e pareggia. Fabbiano trova il 4-3 con un ace, ma poi crolla e concede il 7-4 all'avversario anche a causa di un passante largo e un dritto troppo ambizioso.
Decisivo quindi il quinto set, in cui la fatica inizia a farsi sentire per Fabbiano, che sbaglia un dritto e poi scarica un rovescio in rete. Riesce però poi a portarsi sul fondamentale 1-0. Karlovic pareggia di nuovo, e nel terzo game Fabbiano deve compiere un miracolo per restare in partita: dopo un errore (rovescio a nastro) trova infatti una stop volley su cui il croato nulla può. Karlovic però continua a sembrare inarrestabile nei suoi turni di battuta: in tre game concede solo tre punti complessivi a un Fabbiano in apparente debito d'ossigeno. Ma Thomas trova la fondamentale reazione sul 4-4, con Karlovic che ha la possibilità di chiudere un break potenzialmente decisivo: formidabile la sua difesa nel momento più delicato, fondamentale poi il passante che tiene il game aperto e poi lo chiude costringendo l'avversario alla risposta in rete. Fabbiano serve quindi per la partita, con Karlovic che gli annulla il primo match point con l'ace numero 37 della sua partita. Ma serve a poco: dopo un passante a segno di Fabbiano sulla seconda, il croato sbaglia l'ultima volée di giornata. E al terzo turno ci va Fabbiano, dove sfiderà Fernando Verdasco, che ha battuto il britannico Edmund in cinque set dopo una battaglia di 3 ore e 46 minuti.
SEPPI NON CE LA FA Andreas Seppi sogna i sedicesimi di finale di Wimbledon per quasi quattro set, ma poi, improvvisamente, si eclissa dal campo e nonostante in vantaggio per 4-2 nel quarto parziale permette all’argentino Pella di rientrare in gioco e vincere di slancio una partita altalenante nel suo andamento. Inevitabili i rimpianti per il tennista italiano che aveva saputo gestire bene le prime due ore di partita, scoraggiando a poco a poco l’avversario. È mancato però il colpo definitivo e Pella è stato bravo a rientrare e non perdonare.
Primo set che scorre via abbastanza rapidamente, entrambi i giocatori non hanno particolari problemi nel mantenere i rispettivi turni di servizio. Pella per l’ennesima volta tiene a 0 Seppi sulla propria battuta, ma poi nel turno di servizio dell’italiano conquista in un solo colpo set e break, con Seppi che sbaglia prima con il dritto e poi con la volèe a rete. Secondo parziale in cui Seppi prova subito ad accelerare, ma Pella salva tre palle break e tiene il servizio ai vantaggi in apertura. I game sono più combattuti rispetto a quelli del primo set e anche Seppi è costretto a salvare tre palle break per non perdere la battuta e bloccare così il punteggio sul 4-4. Nel nono gioco Pella va lungo con il suo rovescio e questa volta è quella buona per Seppi per strappare il servizio all’avversario, prima di gestire con grande scioltezza il proprio turno di battuta e pareggiare così i conti nel numero di set conquistati. Avvio di terzo set in cui i game si mantengono intensi, magari poco spettacolari, ma lottati: nel terzo game arriva un altro break per Seppi che ai vantaggi e dopo cinque occasioni sale 2-1 e con il servizio a proprio favore. Pella spreca l’occasione di pareggiare subito i conti, l’azzurro trova nella prima di servizio una fedele compagna, nel dritto un ottimo alleato e così avanza sul 5-3, prima di concludere sul 6-4 in proprio favore. Quarto set a due facce: fino al 4-2 Seppi ha due break a uno rispetto a Pella e sul proprio turno di servizio sembra poter essere in grado di arrivare con relativa tranquillità alla conclusione della sfida. Le forze però vengono meno, i colpi non sono più efficaci, Pella coglie il momento e punto dopo punto torna ad essere aggressivo e concreto. Dal 4-2 Seppi l’argentino infila un terrificante parziale di 5 game a 1 in proprio favore e sposta completamente verso di sè la psicologia del match. Nel quinto set non c’è partita, Seppi precipita in fretta sul 5-0 sbagliando in ogni fondamentale, cerca un ultimo disperato guizzo, annullando anche tre match point prima di cedere 6-1 e consegnare così a Pella una rimonta pazzesca che per l’azzurro ha un sapore decisamente agrodolce.